“C’era da attendersi che ci sarebbero state reazioni di questo tipo. Le battaglie contro la criminalità organizzata danno fastidio”. Così Antonello Ardituro, sostituto procuratore della DDA di Napoli commenta ai microfoni de ilfattoquotidiano.it l’ultima aggressione in ordine di tempo che ha subito la Nuova Quarto Calcio per la Legalità, la società sportiva dilettantistica sottratta nel 2011 al controllo dei clan nel Comune di Quarto in provincia di Napoli. Veri raid e atti intimidatori: dall’incendio della rete di una delle porte del campo di calcio, alle panchine vandalizzate, fino al furto delle scarpe degli atleti e alla distruzione di trofei e targhe avvenuta due settimane fa. Ardituto fa un attacco durissimo alla società civile, accusata di aver dimostrato finora scarsa attenzione alle vicende della squadra. Come domenica scorsa, quando dopo l’appello della dirigenza a sostenere il Quarto dopo gli ennesimi raid, sugli spalti si sono presentati solo una ventina di spettatori paganti. “E’ chiaro – dice il sostituto procuratore della DDA – che la lotta alla criminalità organizzata è relegata alle aule giudiziarie. La società civile non intende fare un salto di qualità da questo punto di vista e preferisce che il contrasto resti repressivo, scegliendo il disimpegno” di Andrea Postiglione
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