L’ultima legislatura non si scorda più. Tra rottamati, impresentabili, epurati e semplici ritirati, nel prossimo Parlamento, il diciassettesimo della Repubblica, non troveremo più parecchie facce note. A partire da quelle dei duellanti storici del postcomunismo: Walter Veltroni e Massimo D’Alema. Tra i centristi di Monti, invece, la vittima più illustre è Beppe Pisanu. Un caso a parte il finto rinnovamento del Pdl, che ha ricandidato in posizione eleggibile quasi l’80 per cento dei parlamentari uscenti. Tornato padrone, B. ha fatto fuori un manipolo di impresentabili per motivi sondaggistici e consumato un po’ di vendette. In ogni caso un’epoca si chiude, ma resta da capire se le elezioni di febbraio saranno le prime della Terza Repubblica.
ROSI MAURO – Fuori dal cerchio (magico)
FACEVA PARTE del cerchio magico di Umberto Bossi, che ha blindato il Senatùr dopo l’ictus del 2004. Lo scandalo dell’ex tesoriere leghista Belsito ha distrutto i “bossiani”, favorendo l’ascesa di Roberto Maroni. La prima epurata è stata Rosi Mauro, vicepresidente del Senato, espulsa dal Carroccio per motivi di opportunità.
FRANCO FRATTINI – L’ex ministro spera nell’Europa
L’EX SOCIALISTA Frattini è stato un berlusconiano intercambiabile. Quando B. cadde per la prima volta, lui divenne tecnico nel successivo governo Dini. Poi è tornato politico con il Cavaliere. Nel 2011 voleva ritornare tecnico con Monti, ma non c’è riuscito. Ha pagato il tifo per il Professore e oggi aspira a un ruolo in Europa.
LAMBERTO DINI – Il pioniere dei tecnici
82 ANNI a marzo, è il pioniere dei tecnici saliti in politica. Ex Bankitalia, guidò il governo del ribaltone dopo il primo esecutivo del Cavaliere. Poi è stato ministro con B., Prodi, D’Alema e Amato. Ha fondato due partiti, è stato nella Margherita, nel Pd. Ultimo approdo il Pdl. Sua moglie Donatella Zingone è stata condannata per bancarotta.
FRANCESCO BARBATO – Il castigatore castigato
ELETTO NELL’IDV, è stato il deputato più rumoroso della legislatura. E il più detestato e temuto dai colleghi per le denunce contro i privilegi della Casta. Nel 2010 un manipolo del Pdl lo aggredì e finì in ospedale. Ha tentato di presentarsi alle elezioni con il Partito dei Pirati, ma ha rinunciato perché indagato per millantato credito a Roma.
ARTURO PARISI – L’inventore delle primarie
QUELLO del professore-ideologo del prodismo è stato un addio amaro: “Non me la sentivo di rappresentare un partito ancora lontano da quel Pd cui ho lavorato per vent’anni”. Arturo Parisi ha esportato le primarie in Italia e ha inventato il Partito democratico. La sua parabola coincide con quella della Seconda Repubblica.
MARCELLO PERA – Il filosofo che ha cambiato idea
DA FILOSOFO popperiano, già socialista, nel ‘96 si fece berlusconiano e scrisse il capitolo giustizia del programma azzurro. Fu presidente del Senato. Emarginato progressivamente da B., nel maggio 2012 ha detto sul Pdl: “Gente poco credibile moralmente: avevano bisogno di frequentare Bisignani o farsi acquistare case?”.
MASSIMO D’ALEMA – Già pronto per la Farnesina
D’ALEMA e il dalemismo sono stati il bersaglio principale di Renzi durante la campagna delle primarie del centrosinistra. In sua difesa ci fu un appello per la ricandidatura, ma lui alla fine decise per l’autorottamazione. Non sarà più deputato, ma Bersani potrebbe fargli fare il ministro degli Esteri, in caso di vittoria del centrosinistra.
BEPPE PISANU – Dc-Fi-Pdl-Monti Ora a casa
10 LEGISLATURE . Dc di sinistra con Zaccagnini, poi berlusconiano: il suo declino è cominciato nel 2006, da ministro dell’Interno, con le elezioni del “pareggio” con Prodi. Per primo nel suo partito, ha parlato di superamento del berlusconismo. Ora è montiano, ma davanti alle liste il Prof. gli ha fatto notare: “Sei in Parlamento dal ‘72”.
NICOLA COSENTINO – L’uomo che fuggì con le liste Pdl
LA CAMERA lo ha salvato due volte dall’arresto per camorra. Ha gestito il Pdl in Campania insieme con il suo sodale Luigi Cesaro. Con Scajola e Dell’Utri, ha formato la triade degli impresentabili di B. da non ricandidare. Memorabile la sceneggiata del 21 gennaio scorso quando è fuggito con le liste del Pdl.
MARCELLO DELL’UTRI- Il bibliofilo e la piovra
DEPOSITARIO di tutti i segreti del berlusconismo politico e imprenditoriale. L’ultima richiesta di condanna per mafia è a sette anni di carcere. Imputato nel processo per la trattativa mafia-Stato. Bibliofilo, avrebbe partecipato al saccheggio della biblioteca Giro-lamini di Napoli. Per B. è stato “doloroso” non candidarlo.
LUIGI LUSI – Il tesoriere finito in convento
EX BOYSCOUT, ex tesoriere della Margherita. Il Senato ha votato per il suo arresto nel giugno 2012: si sarebbe appropriato di 13 milioni di rimborsi elettorali. Lui ha accusati i Dl, in primis Francesco Rutelli (anche lui non candidato per le prossime politiche), ma la Procura di Roma non gli ha creduto. Oggi è ai domiciliari in un convento
VLADIMIRO CRISAFULLI -Il “Barone rosso” amico del boss
DALEMIANO del Pd, soprannominato il “barone rosso” di Enna. Amico di un boss mafioso, rinviato a giudizio per abuso d’ufficio. Inserito nelle liste del Pd dopo aver vinto le “parlamentarie” in Sicilia, è stato escluso in seguito a una campagna del Fatto sugli impresentabili. Non l’ha presa bene: “Sono stato epurato dai giustizialisti”.
WALTER VELTRONI – L’Africa attende (e pure la Rai)
A MONTECITORIO il 21 dicembre scorso Veltroni si è alzato in piedi e ha pronunciato il suo ultimo discorso per dire addio al Parlamento. A differenza di D’Alema, è stata una decisione “volontaria” quella di Veltroni. Non andrà in Africa perché “continuerò a fare politica”. Viene persino indicato come possibile presidente della Rai.
GIORGIO STRACQUADANIO – Il “falco” torna indietro
DA IPERFALCO berlusconiano, curatore del sito “Il Predellino”, ha rivendicato i privilegi della Casta, l’editto bulgaro, le leggi ad personam, il metodo Boffo. Poi ha realizzato il “tramonto del Cavaliere” ed è diventato moderato prima delle dimissioni di B., nel novembre del 2011. Monti, però, non l’ha candidato.
MAURIZIO GRASSANO – Il responsabile dimenticato
EX LEGHISTA divenne Responsabile per salvare Berlusconi nella fiducia del 14 dicembre 2010. Disse: “Il Cavaliere non mi ha dato soldi mi ha promesso un seggio sicuro”. Promessa non mantenuta. Adesso rischia, per sua ammissione, di “morire di fame”. Ha una condanna a 4 anni per truffa aggravata.
GIOVANNA MELANDRI – La sinistra più previdente
DOPO 5 LEGISLATURE è stata la più previdente. Si è fatta nominare dal ministro Ornaghi alla presidenza del Maxxi di Roma. Poi si è dimessa da deputata. Ufficialmente di sinistra, è una reginetta delle relazioni trasversali: al ministero di Ornaghi ha grande influenza Salvo Nastasi, protetto di Letta e marito di una Minoli, nipote della Melandri.
CLAUDIO SCAJOLA – In panchina “a sua insaputa”
ALTRO DC diventato berlusconiano. Fu arrestato nel 1983 poi prosciolto. Teorico del “partito pesante” da coordinatore di Forza Italia. Era ministro dell’Interno durante il G8 di Genova. Si dimise l’anno dopo perché definì “rompicoglioni” Marco Biagi, ucciso dalle Br. Gli è stata fatale, nel 2010, la casa al Colosseo, pagata “a sua insaputa”.