“Anche a me è capitato nel Pdl di vergognarmi dei miei compagni di viaggio, di vergognarmi di quello che il partito faceva, della sua incapacità di capire che la crisi della politica è anche figlia di questa deriva oligarchica che i partiti hanno avuto”. Ospite de “Il Sorpasso” su Sky Tg24, Giorgia Meloni, fondatrice di Fratelli d’Italia, si toglie qualche sassolino dalle scarpe. Di quali compagni di viaggio si è vergognata, chiede l’intervistatore. “Non c’è bisogno di fare nomi – la risposta – li conosciamo tutti quanti. Mi sono vergognata di un partito che permetteva ad uno come Fiorito di autosospendersi anziché cacciarlo a calci immediatamente. Mi sono vergognata di un certo imbarazzo con il quale ci si è approcciati ad alcune vicende di fronte alle quali bisognava banalmente chiedere ai diretti interessati spiegazioni e reagire di conseguenza”.

Scandali a parte, fioccano giudizi sugli ex compagni di partito, oggi semplici alleati nell’apparentamento per un posto in Parlamento alle prossime elezioni. A cominciare dal segretario del Pdl, Angelino Alfano, che viene definito “una bravissima persona” e un “amico”. Ma, dice la Meloni, “avrebbe dovuto avere più coraggio”. “Io – aggiunge l’ex ministro – sarei stata più dura su molte cose, avrei tenuto una linea politica diversa rispetto al governo Monti. E avrei tenuto fede ad alcuni impegni presi”.

A cominciare probabilmente dalle primarie, vera sconfitta di Alfano, cui la stessa Meloni era candidata. Come che sia, l’ira degli ex compagni del Pdl si è immediatamente fatta sentire. A cominciare da Maurizio Bianconi, che alla vergogna dell’ex ministro ha replicato con il più semplice dei proverbi: “Non si sputa nel piatto in cui si mangia”. “Non mi pare – ha detto Bianconi – che sia il miglior modo di dimostrare una volontà di separazione pacifica, dichiarare a posteriori di vergognarsi di aver appartenuto a un partito di cui ad oggi si è alleati, dal quale si trae e si è tratta linfa vitale per la propria esistenza, e nel quale ancora orgogliosamente militano amici di tante battaglie di colei che si vergogna. Dispiace che si dica così – ha aggiunto Bianconi – quando mai le sono mancati il rispetto, le posizioni di prestigio, la stima e tutti gli ausili richiesti. E dispiace non perché in questa dichiarazione si mostra ingratitudine, ma perché si mostra assenza di rispetto, di amore per la verità, di riconoscenza. E perché si viene meno un principio base del saper vivere: non si sputa mai nel piatto in cui si è mangiato e in cui ancora si mangia. Aspettiamo fiduciosi smentite o scuse”.

Ancora più dura la pasionaria del Pdl Daniela Santanché, pronta a tutelare il buon nome del suo partito. “Sono stupita – ha detto – della vergogna che dice di aver provato Giorgia Meloni per quando stava nel Pdl. Come mai non si vergognava quando è stata nominata ministro del governo Berlusconi? E non si vergognava – continua la nota – quando ogni anno percepiva ben 350mila euro per Atreju? E non si vergognava quando faceva fuoco e fiamme pur di ottenere la presenza di Berlusconi nei dibattiti? E se non si vergognava allora, ma oggi di che si vergogna? Che cosa è cambiato? E se prova vergogna a scoppio ritardato, allora perché non ha avuto il coraggio di navigare in mare aperto – conclude Santanchè – senza il salvagente dell’apparentamento? Forse per la vergogna di dire che da sola teme di non raggiungere il 2 per cento?”.

E una bacchettata, a dire il vero, è arrivata anche dal compagno di partito Guido Crosetto, reduce dall’autocritica pubblica dopo un ricovero per avere fumato 150 sigarette in un giorno, e oggi dispensatore di consigli di buon senso. “Giorgia Meloni – ha detto – sbaglia a tirare sassi nell’aia del Pdl. Si vede che non è nata in campagna, altrimenti saprebbe che l’unico risultato è che per mezz’ora starnazzano oche, muggiscono vacche, abbaiano cani fedeli o si nascondono i conigli. Ciò detto – ha agigunto – trovo assurdo criticarla per aver attaccato Fiorito ed altri approfittatori confessi. Il primo che è consapevole dei danni fatti da questa gentaglia al centrodestra è proprio Berlusconi”.

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