Il direttore generale di via Nazionale ha avvertito che il prestito da 2 miliardi di euro concesso nel 2001 da Bankitalia alla banca senese in difficoltà "non è stata un'operazione nascosta". E ha rassicurato che "non ci sono in vista altre manovre simili", perché "la liquidità del sistema bancario italiano è sufficiente".
L’iter sanzionatorio della Banca d’Italia contro gli ex vertici del Monte Paschi di Siena si concluderà entro marzo. Lo ha annunciato Fabrizio Saccomanni, direttore generale di via Nazionale, ricordando come il processo abbia i suoi tempi anche per tutelare le persone sotto accusa.
Saccomanni ha poi avvertito, rispondendo all’articolo pubblicato nei giorni scorsi dal Wall Street Journal, che il prestito da 2 miliardi di euro concesso nell’ottobre del 2001 da Bankitalia a Mps “non è stata un’operazione nascosta” ma una manovra “che abbiamo detto noi nell’audizione parlamentare e che rientra nella normale attività di banca centrale”. E ha aggiunto che si è trattato “dell’unica operazione con banche italiane”, ma che è avvenuta anche in altri Paesi.
“La liquidità del sistema bancario italiano è sufficiente e non ci sono in vista altre operazioni da parte della Banca d’Italia sul modello di quella eseguita nell’ottobre 2011 con Mps”, ha assicurato Saccomanni, ricordando anche gli indicatori tranquillizzanti forniti dal presidente della Banca centrale europea Mario Draghi giovedì scorso.