La crisi contro cui non bisogna mai abbassare la guardia, ma soprattutto il caso Mps con le sue consegue. Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia, invoca un rafforzamento dei poteri per rimuovere i vertici delle banche. E il numero uno di via Nazionale probabilmente pensa al caso dell’istituto senese perché ben cinque pagine sulle quindici complessive del discorso del governatore al Forex sono dedicate all’ultimo scandalo bancario. Nel testo ci sono diversi “messaggi” fra cui il giudizio immutato sulla solidità del sistema malgrado la vicenda, la non messa a rischio del patrimonio per le perdite sui derivati e la puntualizzazione che i Monti Bond sono un prestito e non un salvataggio. Sul ruolo della Banca d’Italia il governatore rimanda all’audizione tenuta dal ministro del Tesoro Vittorio Grilli e al documento pubblicato su internet che ricostruisce l’azione della vigilanza.
Mps: “Monti Bond un prestito non un salvataggio”. Le perdite emerse in Mps sulle operazioni strutturate come raccontato dal Fatto non avranno un “impatto tale da pregiudicare l’adeguatezza patrimoniale complessiva della banca – secondo Visco secondo – Abbiamo tenuto conto del parere dato” al Tesoro sull’iter dei Monti Bond. ‘”Alcuni gruppi di grandi e medie dimensioni devono ancora proseguire nel percorso di ampliamento dei mezzi propri” esorta Visco che rileva come invece “la situazione patrimoniale degli istituti minori è nel complesso adeguata”. Visco tiene anche a precisare che via Nazionale non ha messo in atto un salvataggio dell’istituto al centro della bufera mediatica, giudiziaria e anche finanziaria con il titolo sotto pressione da giorni. I Monti bond da 3,9 miliardi di euro “non sono un salvataggio di una banca in crisi” ma “un prestito, concesso dallo Stato a un costo particolarmente elevato e crescente nel tempo”. Le ”gravi vicende” che hanno colpito Mps “non cambiano le nostre valutazioni sul sistema bancario italiano” che “è fondamentale sano” e con una “esposizione contenuta verso i prodotti della finanza strutturata”. Ma avverte le banche in perdita ”non dovranno distribuire bonus”. Il numero uno di Palazzo Koch chiede che “la parte variabile delle remunerazioni” fletta in linea con i risultati reddituali. Se “non si avrà un adeguamento spontaneo”, “norme e controlli saranno più stringenti”. Dall’altra parte però il governatore chiede sul caso Mps e in generale sul sistema bancario – come aveva fatto nei giorni scorsi il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, “in caso di comportamenti impropri di cercare la verità senza sconti, di controllare scrupolosamente notizie e supposizioni”. Visco avvisa però come “ipotesi e giudizi incontrollati, a volte infondati e temerari, possono provocare danni gravi per i risparmiatori, le istituzioni, la collettività”.
L’appello per rimuovere i vertici banche. La Banca d’Italia chiede un rafforzamento delle norme per poter “sulla base di fondate evidenze” “opporsi o rimuovere dall’incarico” i vertici delle banche. “Quando l’intermediario non è in crisi la Banca d’Italia può chiedere gli azionisti di rinnovare il vertice ma non può incidere sulle loro decisioni né rimuovere un amministratore”. Infatti “i criteri di onorabilità e professionalità – spiega – sono fissati con normative rigide”. La Banca d’Italia, che è stata per giorni al centro di polemiche per non aver capito la gravità della situazione, si impegna ”a migliorare” la comunicazione sulla sua attività di vigilanza. Lo afferma il governatore Ignazio Visco al Forex secondo cui sappiamo “che la comunicazione è cruciale”, “ci impegniamo a migliorare, non è facile”. Visco ha spiegato come sul sito della banca centrale è disponibile “una scheda riassuntiva, spero esaustiva” su procedure, modi e tempi dell’azione di vigilanza che “sono prestabiliti e rigorosamente formalizzati in ogni passaggio”. Modalità che Visco riconosce come complesse sia “per i non addetti ai lavori” che per gli stessi operatori.
Crisi: “L’Italia non deve abbassare la guardia”. ”L’Italia non deve abbassare la guardia” perché “il definitivo superamento della crisi richiede, ulteriori, prolungati, sforzi” avverte il governatore. “L’attenzione degli investitori internazionali continua a concentrarsi sulla capacità di equilibrio dei conti. ‘Il mantenimento dell’equilibrio dei conti pubblici è la precondizione, non l’ostacolo” alla crescita. Per Visco “pur con la dovuta attenzione alla necessità di mitigare le conseguenze di natura sociale e distributive” i programmi di risanamento devono continuare. ”La caduta dell’attività economica potrebbe arrestarsi nel secondo semestre del 2013”. Le ultime stime fornite dall’istituto centrale nelle scorse settimane e contenute nel Bollettino Economico lo confermano, ma Visco ricorda che “il ritorno sarà a ritmi di crescita modesti e con margini di incertezza elevati”. Certo è che la “questione dell’elevato livello della fiscalità per i cittadini, le imprese e le banche è cruciale” e occorre “affrontarla in una prospettiva di medio periodo” con un’azione di “equilibrio, lungimiranza e attenzione ai vincoli bilancio”.