Benedetto XVI sarà Papa fino alle 20 del 28 febbraio e “in questo mese” ha detto stamattina padre Federico Lombardi, responsabile della Sala stampa vaticana “ancora avremo il piacere di ascoltare il Papa e la sua voce di pastore in occasione degli angelus e delle udienze e di altri appuntamenti”.
Non se lo fanno ripetere due volte i rappresentanti del “Survivors Network of those Abused by Priests” (SNAP), la più grossa rete degli Stati Uniti che raccoglie i superstiti degli abusi dei sacerdoti, i quali, preoccupati, chiedono un maggiore impegno: “Non importa quanto il Papa sia stanco o debole: ha ancora due settimane di tempo per usare il suo enorme potere per difendere i più piccoli”.
“Ci auguriamo che, prima di lasciare, mostri una vera leadership e sia pietoso e agisca in modo tangibile per proteggere i bambini che sono vulnerabili. (Quale sarebbe l’impatto e quanta speranza potrebbe generare il Pontefice se, nei giorni del tramonto, degradasse, punisse, o costringesse a lasciare la tonaca, anche solo alcuni dei vescovi che hanno coperto i crimini sessuali contro i bambini)”.
Pur riconoscendo che Benedetto, a differenza del suo predecessore, ha affrontato il problema degli abusi sui minori scusandosi almeno a parole, i rappresentanti della rete ricordano che questo non basta, soprattutto perché, una volta scoppiato lo scandalo, non sarebbe stato possibile ignorarlo. Le scuse tardive per il passato (“come se crimini sessuali e coperture non continuassero tuttora”) senza nessun provvedimento utile a impedire gli abusi per il futuro sono “inutili gesti simbolici” .
Per le donne che aspirano al sacerdozio si è invece espressa Bridget Mary Meehan, dell’Association of Roman Catholic Women Priests (ARCWP), in un comunicato che, mutuando il linguaggio aziendale, definisce l’abdicazione “un ‘santo avvicendamento’ all’interno della Chiesa Cattolica Romana” e la rinuncia del Papa “un segnale positivo che lo Spirito è al lavoro per rinnovare la Chiesa” perché “è ora che la Chiesa segua l’esempio di Gesù e accetti le donne come uguali e associate nel Vangelo” e quindi “C’è bisogno di una riorganizzazione totale e di nuove strutture di rendicontazione. Sacerdoti sposati, donne sacerdote sono solo alcuni dei passi che il Vaticano deve necessariamente compiere per una Chiesa più giusta e pietosa che onori i doni del Signore nel popolo del Signore”
Auguri all’ottimista Bridget Mary Meehan, anche se le previsioni sul’“avvicendamento” non paiono nella direzione da lei auspicata. Ma qui potrebbero valere i proverbi. Per esempio: “chi entra Papa esce cardinale” e “la speranza è l’ultima a morire”.
Più tradizionale il comunicato delle religiose della Leadership Conference of Women Religious (LCWR) che ringraziano Benedetto XVI per tutti i suoi contributi, “come teologo, come capo della Congregazione per la Dottrina della Fede e come Papa” e promettono di pregare per lui nel momento in cui si accinge a lasciare il papato, aggiungendo infine (più generosamente dei rappresentanti di SNAP e ARCWP): “Possa Egli ricevere ogni benedizione per la sua profonda dedizione al servizio del Vangelo”