Non passa mese senza che presenti una iniziativa insieme al Wwf per salvare la Terra dall’inquinamento. Eppure ora a dover pensare a salvarsi saranno i suoi operai. Electrolux, colosso svedese degli elettrodomestici, 54 mila dipendenti in tutto il mondo e 8 mila in Italia, ha annunciato 1.129 esuberi in Italia, 200 solo nello stabilimento di Forlì, uno dei più grandi poli produttivi in Romagna. Gli altri tagli saranno in Veneto, Friuli e Lombardia. Le trattative con i sindacati metalmeccanici partiranno il 20 febbraio. L’azienda ha annunciato di non voler brutalmente licenziare, ma di voler ricorrere a strumenti alternativi, come i contratti di solidarietà: lavorare meno ore per lavorare tutti in pratica. Ma di questo passo le prospettive sono nere.
È da anni, almeno dall’inizio della crisi globale, che la vicenda della multinazionale degli elettrodomestici in Italia è attraversata da continue crisi, tanto che i lavoratori hanno trascorso lunghi periodi in cassa integrazione. Ora però la notizia degli oltre mille esuberi a livello nazionale cade come un macigno sulle spalle dei lavoratori. La decisione di ridurre ulteriormente gli organici (in realtà circa la metà dei 1.129 tagli erano già stati prospettati lo scorso anno) deriva dai dati economici del colosso, secondo solo a Whirlpool quanto a dimensioni.
Il gruppo svedese ha infatti chiuso il trimestre con un utile operativo pari a 185 milioni di euro, in crescita rispetto allo stesso periodo del 2011, ma sotto le attese. Neanche a dirlo, a frenare è il mercato europeo: ”Ci aspettiamo che la debolezza del mercato in Europa sia compensata dalla crescita in Nord America e nei mercati emergenti (nel 2013)”, ha spiegato in una nota l’ad di Stoccolma Keith McLoughlin. Detto fatto, l’annuncio degli esuberi in Italia è arrivato poco dopo.
L’azienda svedese, che in Italia produce marchi storici come Rex e Zoppas, da 20 anni è partner del Wwf, tanto che molti suoi elettrodomestici sono ”raccomandati” dall’organizzazione ambientalista per il loro elevato livello di eco-compatibilità. Questa raccomandazione risale al 1993, quando Electrolux chiese al WWF di valutare i suoi prodotti per selezionare quelli ad alta efficienza da consigliare ai clienti. Oggi ”la quasi totalità della gamma Electrolux Rex è raccomandata dal WWF”.
Ma nonostante questo e nonostante oggi l’azienda annunci di volere evitare i licenziamenti in tronco, non sono mancati negli anni episodi di attrito coi lavoratori. L’ultimo a Forlì lo scorso ottobre, quando i sindacati denunciarono che ai lavoratori erano stati scontati dallo stipendio 45 minuti. Un lasso di tempo durante il quale gli operai si erano allontanati dallo stabilimento spaventati dal fumo che si era diffuso nelle sale e preoccupati per un incendio che si era sviluppato in un reparto dismesso. ”E’ veramente grave che un’azienda multinazionale che fa della salute e della sicurezza del proprio personale un vanto a livello pubblico, nel concreto si sia prestata a ritorsioni”.
Poche settimane fa, inoltre, la Fiom Cgil aveva denunciato il licenziamento in tronco in Thailandia di 127 operai e un sindacalista. ”I licenziamenti sono la conseguenza di oltre un mese di sforzi da parte del sindacato thailandese di negoziare il nuovo salario minimo”.