“Magari il prossimo papa sarà nero”. Beppe Grillo arriva in piazza Vittorio Emanuele a Rovigo sotto la tormenta di neve e non risparmia un commento sulla notizia del giorno, le dimissioni di papa Benedetto XVI. E la proposta è subito delle più provocatorie: “Guardate – dice il leader del Movimento Cinque Stelle – sta venendo giù il Paese. Sta succedendo qualcosa di incredibile. Non si è mai visto che un papa desse le dimissioni così. Forse siamo ad una grande svolta anche nella Chiesa cristiana. Le chiese sono vuote, ci sono più cristiani in Africa che in Europa. C’è più collegamento internet in Africa che in Italia, quindi probabilmente il prossimo Papa sarà un Papa nero, chi lo sa. Non ci credeva nessuno che un presidente degli Stati Uniti sarebbe diventato un nero, un abbronzato come dice il nano e poi guardate cos’è successo”.

Perché se a scegliere il nuovo pontefice fossero per ipotesi i fedeli attraverso una consultazione online, ricorda Grillo, “finalmente sarebbero un miliardo di cristiani a decidere chi è il Papa e non qualche miliardo di vescovi”. Una scelta unica e rara nella storia, come ricorda il leader dal palco, che profuma di rivoluzione e cambio di rotta, quella che il Movimento Cinque Stelle spera di avere nell’immediato alle prossime elezioni politiche. “C’è stato nella storia solo Celestino V, speriamo che un celeste della Lombardia faccia altrettanto”. Si riferisce a Roberto Formigoni e strappa subito un applauso.

È una piazza innevata quella che accoglie il leader Cinque Stelle, una cascata di ombrelli e volontari che spalano la neve. Qualcuno nel pomeriggio ci aveva provato ad avere qualche dubbio. Neanche il tempo di inviare un messaggio su Twitter che già gli organizzatori rispondevano: “In caso di maltempo tutto ok”. Nessuna intenzione di rimandare il comizio, e Beppe Grillo esce dal camper con sci e scarponi da neve per affrontare la tormenta. Lo attendono un centinaio di persone. “È meravigliosa la neve, è poesia stare qui con voi”. E urla ai pochi al riparo ai bordi della piazza: “Volevo dire a quelli sotto i portici: venite a me, venite nella tormenta, uscite dal riparo. Ormai non c’è più riparo per nulla. È una vita che state lì a osservare e guardate come si è ridotto il paese”. 

Il leader del Movimento Cinque Stelle arriva a Rovigo stanco, dopo le tappe che senza sosta lo stanno portando in giro per l’Italia. Sul palco la solita energia, ma appena scende, i chilometri, la pioggia e il vento cominciano a farsi sentire. “Ma il vento è cambiato – continua a ripetere Grillo – siamo oltre il 20%, hanno paura di noi. Mancano due settimane alle elezioni e continuano ad attaccarmi. È come se io stessi camminando tra due file di persone e mentre passo mi bastonano. Si stanno accanendo su di voi, su di me, sulla mia famiglia”. Parla di attacchi da parte di politici e giornalisti, anche se dice, “chissenefrega, che si accaniscano pure. Ogni giorno mi dedicano un titolo di giornale diverso. Una volta sono fascista, una volta comunista, una volta odio le donne oppure gli omosessuali”. Per finire con l’episodio del comizio di Bologna, quando “Repubblica ha detto che ho incitato Al-Qaeda ad attaccare il parlamento. Cose assurde, ma pazienza, più se la prendono con me e più diventiamo forti”.

La neve imperterrita non lascia tregua, ma il comizio segue la programmazione prevista. Nessuno sconto, nessuna chiusura improvvisa. “Guardatevi – conclude Beppe Grillo – siete un sogno. Era il sogno mio e di un Casaleggio qualunque, guardate che cosa siamo diventati”.

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