Decisione senza precedenti del 265esimo pontefice della Chiesa cattolica: "Le mie forze non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero". Il successore sarà eletto a marzo. L'Osservatore romano: "Già deciso a marzo 2012". Tra i favoriti alla successione l'arcivescovo di Milano Scola
Il Papa si dimette. Benedetto XVI, 265esimo successore di Pietro, lascerà il pontificato della Chiesa cattolica dal 28 febbraio. E’ stato Benedetto XVI ad annunciarlo personalmente, in latino, durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto (ascolta l’audio). Il Papa ha spiegato di sentire il peso dell’incarico di pontefice, di aver a lungo meditato su questa decisione e di averla presa per il bene della Chiesa. Il pontefice ha chiesto che si indica un conclave per l’elezione del successore che si dovrebbe tenere già a marzo. “Un fulmine a ciel sereno” ha detto il decano del collegio cardinalizio, il cardinale Angelo Sodano. Benedetto XVI lascerà “il suo Ministero alle 8 pomeridiane del 28 febbraio” ha confermato padre Federico Lombardi, capo della sala stampa vaticana, che poi ha risposto ai giornalisti in una conferenza stampa. Da quel momento dunque inizierà la sede vacante, vale a dire il periodo in cui la Chiesa resta priva di guida. A marzo, probabilmente già entro Pasqua, la Chiesa cattolica avrà un nuovo pontefice.
“Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio – ha scandito papa Ratzinger, che compirà 86 anni ad aprile, ai cardinali – sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino”. Le sue parole (qui il discorso integrale davanti al Concistoro) sono state pronunciate in latino: il Papa, raccontano i testimoni, aveva una voce solenne ma serena, e il volto un po’ stanco. Se un Papa si rende conto che non è più in grado “fisicamente, psicologicamente e spiritualmente, di assolvere ai doveri del suo ufficio – disse nel 2010 nel libro-intervista del 2010 “Luce del mondo” – allora ha il diritto e, in alcune circostanze, anche l’obbligo, di dimettersi”.
“La decisione del pontefice – ha scritto poi il direttore dell’Osservatore Romano, Gian Maria Vian – è stata presa da molti mesi, dopo il viaggio in Messico e a Cuba, in un riserbo che nessuno ha potuto infrangere, e avendo ‘ripetutamente esaminato’ la propria coscienza ‘davanti a Dio’, a causa dell’avanzare dell’età”. Sodano, decano dei cardinali, ha preso la parola al termine del Concistoro: “Abbiamo ascoltato le sue parole increduli – ha detto rivolgendosi al Santo Padre – Ora mi permetta di dirle a nome di tutto il collegio cardinalizio, che le siamo più che mai vicini”.
Le condizioni di salute
Il Papa, secondo fonti mediche dello staff che lo segue, soffre per dolori articolari e reumatici ma è anche il peso del suo ruolo a incidere sul suo stato generale. Ratzinger è anche sofferente di fibrillazione atriale cronica ma, si è appreso, rifiuta i farmaci anticoagulanti prescritti. Le condizioni generali del Papa non sono mai state giudicate dai sanitari preoccupanti e gli stessi problemi circolatori non avevano mai causato lo stop delle sue attività, compresa la programmazione del prossimo viaggio in Brasile per la Giornata Mondiale della Gioventù. Non risulta fosse inoltre previsto alcun controllo sanitario particolare per questi giorni. Ma lo stato di salute ha comunque avuto un ruolo nella decisione, gravissima.
Il Papa non avrà nessun ruolo nel Conclave
Le funzioni del papa, secondo il diritto canonico, non vengono assunte da alcun prelato, ma solamente l’ordinaria amministrazione viene gestita da un collegio di tre cardinali che assumono a rotazione i relativi compiti. Reazioni da tutto il mondo, compreso la politica italiana. “Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio” ha detto Ratzinger. Il suo pontificato – iniziato il 24 aprile 2005 – durerà così 7 anni, 10 mesi e 9 giorni. Ratzinger resterà in Vaticano: “Per quello che mi risulta il 28 febbraio il Papa si trasferirà a Castelgandolfo, poi terminati i lavori in corso si stabilirà nel piccolo monastero dove c’erano le suore di clausura, in Vaticano”. Benedetto XVI non avrà nessun ruolo nel Conclave del prossimo marzo né nella gestione della Chiesa durante la sede vacante: “La Costituzione Apostolica non prevede che ci sia un ruolo per il Papa che si dimette”.
A norma delle leggi canoniche il 28 febbraio decadranno anche il Segretario di Stato e tutti i capi dei dicasteri vaticani. Resteranno per l’ordinaria amministrazione solo il Camerlengo, che è però l’attuale segretario di Stato, cardinale Tarcisio Bertone, il decano del Collegio Cardinalizio, Angelo Sodano, che però non entrerà in Conclave avendo più di 80 anni, e tre sole figure dell’attuale Curia: il sostituto della Segreteria di Stato, monsignor Angelo Giovanni Becciu, il penitenziere Manuel Monteiro de Castro, e il vicario di Roma Agostino Vallini.
“Dichiaro di rinunciare al ministero…”
Questa la formula pronunciata da Benedetto XVI, in lingua latina: “Ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle 20, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice”. “Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti”.
“Carissimi Fratelli – ha detto tra l’altro il Papa durante il Concistoro ordinario – vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa. Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino”. “Sono ben consapevole – ha aggiunto – che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di San Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato”.
La notizia della rinuncia di Benedetto XVI nel mondo
La decisione di Joseph Ratzinger è legata, come ha detto lui stesso, ai suoi problemi fisici. Nei mesi scorsi si erano moltiplicate le voci che davano come possibile la rinuncia del pontefice. Una decisione quasi senza precedenti. L’episodio più celebre è quello di Celestino V, che rinunciò dopo essere stato eletto nel XIII secolo. Il flash dell’Ansa delle 11.46 sull’annuncio delle dimissioni ha fatto in pochi minuti il giro del mondo. Prima l’agenzia Reuters, poi la Cnn e a seguire al Arabiya, France Presse, i britannici Telegraph, Bbc e Sky News l’hanno rilanciato prima che arrivasse la conferma del Vaticano. Migliaia i tweet rilanciati, dall’Europa all’Asia, passando per il Medio Oriente. La notizia sta rimbalzando su molti siti arabi. Già in azione i booksmaker che puntano anche e soprattutto sull’arcivescovo di Milano Angelo Scola.
Padre Lombardi: “Il Papa ci ha preso di sorpresa”
L’annuncio delle dimissioni del Papa ha colto di sorpresa anche i media vaticani. “Il Papa ci ha preso un po’ di sorpresa” ha ammesso padre Lombardi in conferenza stampa. “Anche noi avevamo notato un po’ di stanchezza e di affaticamento rispetto al passato – ha aggiunto il portavoce vaticano – Anche noi lo abbiamo notato seguendo la sua attività abbiamo notato un pò di stanchezza e affaticamento rispetto al passato, anche se ha svolto fino in fondo tutte le sue funzioni”. Di certo la decisione di Ratzinger è diversa da quella, coerente fino all’ultimo istante, di Giovanni Paolo II che ha portato avanti il pontificato, nonostante il peso delle sofferenze provocate dalle varie malattie prima e dall’età poi. Padre Lombardi ha spiegato che nelle sue parole il Papa si è richiamato al codice di diritto canonico, con una “dichiarazione formale del punto di vista giuridico importante. Nel codice, al canone 332 paragrafo 2 si legge: nel caso il cui il romano pontefice rinunci a suo ufficio, si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e vanga debitamente manifestata, non si richiede che qualcuno la accetti”. “Mi sembra che le parole del Papa indichino una scelta fatta in piena libertà”.
I frati di Assisi, appresa la decisione, si sono subito raccolti in preghiera sulla tomba di San Francesco. La comunità religiosa si è detta “attonita e sorpresa”. “Preghiamo – hanno detto – per il Santo Padre e per la Chiesa”.
Il fratello Georg: “Sapevo da tempo”
Georg Ratzinger, il fratello di papa Benedetto XVI, era da mesi al corrente dei piani di dimissioni annunciati stamani dal pontefice. “Ero stato messo al corrente”, ha detto il religioso secondo quanto riporta il sito del quotidiano Die Weltin un flash delle 12:49: “Mio fratello si augura più tranquillità nella vecchiaia”. Interpellato dall’agenzia tedesca Dpa, Georg Ratzinger ha inoltre indicato stamani in motivi di salute la ragione del passo indietro del papa. “L’eta si fa sentire”, ha spiegato l’89enne. Già nel 2011 Georg Ratzinger aveva ipotizzato un abbandono prematuro da parte del fratello per motivi di salute. “Se non dovesse più andare dal punto di vista della salute – aveva detto allora intervistato da una rivista tedesca -, mio fratello dovrebbe avere il coraggio di dimettersi”.
L’Osservatore romano conferma: “Decisione presa da molti mesi”
“La decisione del Pontefice è stata presa da molti mesi, dopo il viaggio in Messico e a Cuba, in un riserbo che nessuno ha potuto infrangere, e avendo ripetutamente esaminato la propria coscienza davanti a Dio, a causa dell’avanzare dell’eta’”. Lo scrive il direttore dell’Osservatore Romano, Giovanni Maria Vian. “Benedetto XVI – rileva nell’editoriale del quotidiano vaticano – ha spiegato, con la chiarezza a lui propria, che le sue forze “non sono piu’ adatte per esercitare in modo adeguato” il compito immane richiesto a chi viene eletto per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo”.
Il segretario di Wojtyla: “Giovanni Paolo II restò, dalla croce non si scende”
Papa Wojtyla decise di restare sul Soglio pontificio fino alla fine della sua vita perché riteneva che “dalla croce non si scende”. Lo ha detto il cardinale di Cracovia Stanislaw Dziwisz, segretario personale di Giovanni Paolo II fino alla sua morte nell’aprile 2005. Su questa sua decisione di rimanere alla guida della Chiesa nonostante la malattia, ha detto Dziwisz, Giovanni Paolo II si consultava anche con il cardinale Joseph Ratzinger, suo stretto collaboratore. ”Capisco la motivazione del Papa Benedetto XVI che guidava la Chiesa con grande saggezza e ponderatezza” ha aggiunto Dziwisz ringraziando il Santo Padre per i suoi sforzi mirati a rinnovare la vita della Chiesa e ha espresso gratitudine per il rapporto speciale riservato da Papa Ratzinger al popolo polacco.
L’arcivescovo Bregantini: “Mi aveva detto: non ce la faccio”
L’arcivescovo Giancarlo Bregantini ha ricordato il suo ultimo incontro con il Papa, appena un mese fa: “Ci aveva detto ‘Non ce la faccio’, aveva lasciato intendere che c’era qualcosa, che non stava tanto bene”. “Come avrà sofferto anche Benedetto XVI nel dare questo annuncio – prosegue l’arcivescovo di Campobasso – un annuncio tra l’altro fatto in latino, un grandissimo gesto anche questo, per parlare a tutto il mondò”, ha chiuso Bregantini.
”E’ stato un gesto di santità. Roba da lacrime” aggiunge monsignor Bregantini, che è anche presidente della Commissione Lavoro e sociale della Cei. Poi evidenzia grandi similitudini tra questa decisione e il gran rifiuto del Papa molisano, Celestino V. “La lettura da dare è quella che Paolo VI ha dato commentando il gesto di Celestino. Paolo VI rovescia la frase negativa di Dante. Disse infatti che per virtude fece il gran rifiuto. Non per viltade!”, dice Bregantini. E prosegue poi evidenziando altri legami: “Celestino è diventato Papa nel luglio del 1294, poi ha capito che le cose erano complicate, che non ce la faceva, che non aveva l’esperienza sufficiente, e che ci voleva un altro Pontefice alla guida. E ha dato le dimissioni dopo aver maturato questa decisione un pò alla volta, probabilmente con grandi pianti interiori”.
Bregantini sottolinea poi che Ratzinger è stato un Papa di grande lungimiranza perché “ha sanato tanti problemi, ha risolto molte difficoltà relazionali, ed è stato amato dalla gente: il mercoledì c’era più gente alle sue udienze rispetto a quelle di Giovanni Paolo II, quindi non è vero che la gente non gli voleva bene, anche perché all’inizio si è posto con grande dignità e rispetto nei confronti del suo predecessore. Per cui è stata una figura eccezionale. E ancora più grande appare adesso, dopo questo gesto”.
Secondo Bregantini toccherà “certamente a un Papa giovane“: “Il messaggio è chiaro – dice – bisogna scegliere un Papa che prende in mano la situazione, come Wojtyla che aveva 58 anni. Anche lui arrivò dopo un evento scioccante come la morte improvvisa del suo predecessore”.
Bagnasco: “Profonda libertà interiore”. Scola: “Una decisione per il bene della Chiesa”
“Una decisione che ci lascia con l’animo carico di dolore e di rincrescimento; ancora una volta Benedetto XVI ha offerto esempio di profonda libertà interiore” ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, che, informa una nota, “era presente al Concistoro per la canonizzazione dei martiri d’Otranto ed ha appreso dalle parole stesse del Papa la scelta di lasciare, per l’età avanzata, il pontificato dal prossimo 28 febbraio”. “Il Signore Risorto, Pastore dei pastori, continua ad essere il nocchiero della Chiesa”, ha aggiunto Bagnasco assicurando al Papa dimissionario “la profonda gratitudine e l’affettuosa vicinanza dei Vescovi italiani per l’attenzione costante che ha avuto per il nostro Paese e per la guida sicura e umile con cui ha indirizzato la barca di Pietro”.
“Tutti voi, come noi, come me, abbiamo bisogno di assimilare questo momento” ha detto invece il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, durante una funzione nella chiesa di Santa Maria di Lourdes a Milano. “E’ stata ha aggiunto – una decisione per il bene della Chiesa”. “La notizia mi ha provocato grande sconcerto – commenta il cardinale Severino Poletto, arcivescovo di Torino – perché le dimissioni di un Papa non rientrano nelle ipotesi, bisogna andare indietro di secoli per trovare un caso analogo, ma allo stesso tempo ho provato una grande ammirazione per la rettidudine e l’umiltà del gesto che solo un ‘santo’ può arrivare a fare. Le ragioni che lo stesso Pontefice ha dato per spiegare le sue dimissioni sono esempio di un’amore immenso per la chiesa, un’amore che batte quello di tutti noi”. “Accoglienza – afferma il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze – nell’obbedienza per la decisione del Papa come per tutte le decisioni e scelte che egli ha compiuto nel suo ministero petrino, senso di smarrimento proprio nella consapevolezza di quanto questo Papa ha donato alla Chiesa e al mondo in tempi così difficili, in continuità con i suoi predecessori ma anche con accenti originali e di grande profondità culturale e di fede”.