“Lei quante volte viene?” Chiede l’ex premier a una ragazza con lui sul palco. E continua “Si giri..” mentre le osserva il deretano.
Che sia chiaro che l’indignazione per questo spaccato di avanspettacolo a cui abbiamo assistito non ha nulla a che fare con rivendicazioni femministe: l’Italia è all’80esimo posto del Gender gap, un indice che viene diramato dal World economic forum, e che sta a significare che la profonda misoginia italica ha delle gravi ripercussioni sul Paese tutto.
Ciò che appare grave nel video che riprende il dialogo tra i due, è il comportamento del pubblico. Ride la gente, donne e uomini. E fotografano Berlusconi compiaciuti. Ecco la spiegazione del successo di B. che è il rappresentante di un’Italia arretrata e maschilista di cui conosce usi e costumi, che ha ben interpretato e utilizzato per i propri fini mercantili.
Un’Italia vecchia, lontana dal resto d’Europa dove, davanti a una battuta così vergognosa, il pubblico avrebbe abbandonato la sala, donne e uomini in eguale misura.
Ride anche la ragazza e le ragioni possono essere diverse e opposte. Ride per compiacimento? Io non lo credo perché nel video è evidente come cerchi di riportare il discorso sul tema lavoro. Lo so perché l’ho provato, quanto possa essere difficile in un Paese come il nostro, dove i comportamenti misogini sono socialmente accettati, essere dura e ferma. Dire “lei è maleducato e io con lei non parlo, si vergogni” presuppone educazione al rispetto di sé, centratura, assertività: qualità su cui bisogna lavorare. Ecco perché il lavoro nelle scuole assume una importanza fondamentale: per potenziare le ragazze a dire, a esprimere il proprio dissenso e a esigere rispetto.
Qualche ora dopo a Ballarò, Neri Marcorè, attore di pregio che amo molto, mi lasciava di stucco esibendosi in un siparietto dove ironizzava, nei panni di Gasparri, su Mara Carfagna presente in studio in questo modo: “Fortuna che c’è la nostra Carfagna elettorale che qualcosa tira sempre su”.
Marcorè ha esagerato e così ha sbagliato il conduttore Floris a sottovalutare la richiesta di scuse di Carfagna. Si può sbagliare ma è doveroso scusarsi. La satira è certo sempre benvenuta anche nei confronti delle donne ma Floris fa male quando sottovaluta e sposta il discorso su B. che fa battute più sessiste di Marcorè.
E bene ha fatto Mara Carfagna a chiedere rispetto.
Non c’è da appellarsi qui al suo passato. Più volte ebbi modo di dire che la sua nomina a ministra delle Pari opportunità era ingiusta, non per il suo passato di soubrette, ma perché comunicava alle ragazze che esercitare un ruolo istituzionale così importante non prevedesse una preparazione meticolosa.
Ciò nonostante a Mara Carfagna, invitata in una trasmissione televisiva, è dovuto rispetto come a qualsiasi altra persona.
Ancor più perché, nel momento in cui si è in televisione, si deve sapere che i comportamenti messi in atto in quel contesto influenzano chi guarda da casa, in particolare modo le persone più giovani.
Ancor più perché Ballarò è percepito come un programma di cultura e sarebbe corretto che non avallasse esternazioni così misogine. Il ruolo del conduttore può essere cruciale perché può essere chiarificatore.