Il gip di Milano Paola Di Lorenzo ha rinviato a processo Francesco Leone e tre albanesi accusati del rapimento del ragioniere di Silvio Berluscon. La prima udienza è stata fissata per il prossimo 5 aprile davanti ai giudici della Corte d’Assise anche se tutti i quattro imputati, rei confessi, dovrebbero chiedere il rito abbreviato
Sequestro lampo, processo immediato. Il gip di Milano Paola Di Lorenzo ha disposto il giudizio immediato per Francesco Leone e tre albanesi accusati del rapimento di Giuseppe Spinelli, il ragioniere di Silvio Berlusconi e ufficiale pagatore delle Olgettine. Il processo è stato fissato per il prossimo 5 aprile davanti ai giudici della Corte d’Assise anche se, da quanto si è saputo, tutti i quattro imputati, rei confessi, dovrebbero chiedere il giudizio con rito abbreviato. Se così fosse il processo si celebrerà davanti al giudice per l’udienza preliminare Chiara Valori. A chiedere il giudizio immediato alla fine di gennaio sono stati il procuratore aggiunto Ilda Boccassini e il pm Paolo Storari, titolari dell’indagine, che avevano chiesto anche l’archiviazione per altri due uomini arrestati.
Spinelli e la moglie tra il 15 e il 16 ottobre scorsi rimasero per circa undici ore nelle mani dei rapitori, arrestati il 19 novembre, e vennero liberati senza riscatto anche se in un primo momento si ipotizzò il pagamento di 8 milioni di euro. Secondo la ricostruzione degli inquirenti e investigatori, il ragioniere e la moglie vennero rapiti da una banda di balordi composta da Francesco Leone e da Ilirjan e Laurenc Stanko e Marjus Anuta. I quattro vennero arrestati dalla squadra mobile lo scorso novembre assieme ad altri due italiani, Pierluigi Tranquilli e Alessandro Maier. Per questi ultimi due, ora rimessi in libertà, il giudice dovrà decidere se accogliere la richiesta di archiviazione.
Spinelli venne tenuto ostaggio assieme alla moglie nel suo appartamento di Bresso, nell’hinterland milanese per una notte intera. I sequestratori, attraverso Spinelli, avevano chiesto all’ex premier 35 milioni in cambio di documenti, secondo gli accertamenti mai esistiti, ritenuti interessanti, in quanto a dire dei malviventi avrebbero ribaltato la sentenza sul Lodo Mondadori. Dopo il rilascio il ragioniere si recò subito ad Arcore per parlare con Berlusconi e l’avvocato Niccolò Ghedini e dopo essere rincasato venne trasferito dagli uomini della scorta dell’ex capo del governo in un posto considerato sicuro. La denuncia del rapimento venne fatta solo il giorno seguente.