Società

A che età deve essere dato il telefonino ai nostri figli?

Classe prima, liceo scientifico di paese. Ogni sabato sera parecchi ragazzi e ragazze vanno in discoteca. Che oggidì apre verso mezzanotte. I genitori accompagnano e vanno a riprendere, mettendo la sveglia, verso le tre. Qualcuno si appisola in macchina.

Perché si subisce questa malsana abitudine? Bioritmi sballati che spiegano in parte la pasticca. E’ un conformismo bieco, che non sa dire di no perché ha paura di affrontare un confronto. Così si fa il male dei ragazzi. Le discoteche della domenica pomeriggio dove sono finite ? E perché in mezza Europa si apre alle 10? Sono più provinciali in Svezia ?

Così passano messaggi importanti: è bene essere come gli altri, con tanti saluti alla libertà di giudizio. L’istinto gregario, il bisogno di appartenenza, li abbiamo vissuti tutti. I ragazzini chiedono il telefono da 500 euro: la funziona psichica “desiderio” non ammette ostacoli o dilazioni. Il bambino è tutto ES, diceva Freud. Ma qua si parla di adolescenti, che sbatteranno malamente il naso quando scopriranno che le cose vanno anche conquistate. Un collega psicologo mi ha detto: ho deciso che non mi interessa essere popolare. “Un nemico è più utile di un Budda”, dice lo zen. E nell’adolescenza si scatena una lotta per il controllo del territorio fatta di compromessi, ritirate strategiche, ma anche franchi conflitti.

Ci sono anche adolescenti indipendenti, che scelgono, magari scelte che ci preoccupano ma che sono loro, e allora ci confrontano con la nostra difficoltà di lasciarli cescere.

Il genitore diventa un poco “un nemico”, ma per essere utile non deve arrendersi subito, senza neanche l’onore delle armi. Neppure deve schiacciare il ragazzo. Un amico ha convocato un’assemblea dei genitori per stabilire una linea comune: a che età deve essere dato il telefonino?

Gli adolescenti si scambiano più di cento messaggi al giorno. Due ore della giornata. Facciamo finta di nulla? Un professore ha correlato il numero dei messaggi con il rendimento scolastico: inversamente proporzionale, come è ovvio.

Per invertire queste tendenze bisogna però prendersi la briga di offrire qualcosa di diverso. Tommaso avrebbe preferito guardare il telefilm Disney piuttosto che Lincoln al cinema, ma poi gli è piaciuto.

Il telefonino di mia figlia si è rotto: tre giorni per ripararlo l’hanno preoccupata parecchio, benché avesse messenger etc. Ma è sopravvissuta.