C’eravamo tanto odiati. Si potrebbe sintetizzare così il rapporto tra Joseph Ratzinger e Angelo Sodano. Da un lato il cardinale bavarese divenuto Benedetto XVI il 19 aprile 2005. Dall’altro il porporato astigiano Segretario di Stato di Giovanni Paolo II dal 1991 fino alla fine del suo pontificato, e poi accanto a Papa Ratzinger nello stesso incarico fino al 2006, quando gli è succeduto Tarcisio Bertone. Sodano ha cercato di scongiurare l’arrivo dall’arcidiocesi di Genova del porporato salesiano, ma Benedetto XVI è stato inamovibile. Del resto Bertone era stato già braccio destro di Ratzinger nella Congregazione per la Dottrina della Fede dal 1995 al 2002. Il Papa tedesco si fidava ciecamente di lui e poco gli importò se Sodano fece di tutto per suggerire di scegliere un altro Segretario di Stato. Oggi la rinuncia al pontificato di Benedetto XVI dà ragione al cardinale astigiano, grande diplomatico e dall’elezione di Ratzinger al soglio di Pietro decano del sacro Collegio.

Sarà proprio in questa veste che Sodano guiderà la sede vacante che scatterà dalle ore 20 del 28 febbraio 2013, secondo quanto stabilito da Benedetto XVI. Da quel momento la regia sarà tutta nelle mani del porporato astigiano. A lui spetterà convocare a Roma i cardinali di tutto il mondo per le congregazioni generali che si svolgono ogni giorno durante la sede vacante e che precedono l’inizio del conclave e quindi della clausura dei porporati. A esse parteciperanno tutti i principi della Chiesa, anche coloro che hanno superato gli ottanta anni e che quindi non sono più elettori del Papa secondo quanto stabilito da Paolo VI. A Sodano toccherà stabilire l’agenda con i temi all’ordine del giorno delle congregazioni generali nelle quali i porporati di tutta la terra discuteranno dei problemi della Chiesa universale. Da quelle riflessioni emergerà lentamente ma in modo definito il profilo del nuovo Papa. A quel punto bisognerà accostare all’identikit il nome. E lì si apriranno i veri giochi.

Oltre a stabilire i temi delle riflessioni dei cardinali, sarà sempre Sodano a indicare i relatori, anche esterni al Sacro Collegio, che dovranno di giorno in giorno relazionare i porporati tracciando una fotografia della Chiesa del ventunesimo secolo, tra relativismo, secolarismo, piaga dei preti pedofili, Vatileaks, aborto, eutanasia, coppie di fatto, omosessualità e nuova evangelizzazione. E poi sarà il decano del collegio cardinalizio a presiedere nella basilica di San Pietro la Messa di apertura del conclave (missa pro eligendo Romano Pontifice). Sodano, coetaneo di Ratzinger, entrambi infatti sono del 1927, sulla soglia degli ottantasei anni, non entrerà in conclave, ma nell’omelia di quella concelebrazione eucaristica con tutti i cardinali elettori avrà a sua disposizione il pulpito più solenne per dire l’ultima parola prima della clausura vera e propria. In quei giorni, infatti, i porporati elettori vivranno tra la cappella Sistina, dove si svolgeranno le votazioni, e la Casa Santa Marta, sempre all’interno della città leonina, dove risiederanno totalmente isolati dal mondo. Fino alle 20 del 28 febbraio Sodano, però, non potrà avviare ufficialmente le congregazioni generali dei cardinali. Le procedure che porteranno all’elezione del nuovo Papa, infatti, scatteranno solo con l’inizio della sede vacante. Ma già in questi giorni Sodano sarà regista di incontri riservati, che solitamente si svolgono la sera, dopo cena, tra i cardinali elettori già presenti a Roma e i loro confratelli che in queste settimane giungeranno nella città eterna da ogni latitudine.

Il decano del collegio cardinalizio, fine diplomatico, ha avuto già modo di prepararsi. La notizia delle dimissioni del Papa l’ha avuta in anteprima esclusiva e dalle labbra del diretto interessato. Venerdì scorso, infatti, Benedetto XVI lo ha ricevuto in udienza privata nel palazzo Apostolico e gli ha comunicato la decisione ormai irrevocabile e presa in piena libertà. Voci maligne in Vaticano dicono che il porporato astigiano abbia brindato con lo champagne, ma questo scenario è assolutamente infondato. Sodano ha a cuore il bene della Chiesa come Ratzinger. E le loro visioni diverse, soprattutto in merito alla politica di Tarcisio Bertone, pur note a entrambi con grande limpidezza, non hanno mai impedito il rapporto di collaborazione tra i due seppur divenuto abbastanza formale negli ultimi anni, limitandosi ai tradizionali auguri natalizi, pasquali e negli anniversari significativi della vita di Benedetto XVI. Adesso sulle spalle di Sodano c’è il peso di una sede vacante improvvisa e soprattutto dovuta all’abdicazione del Papa, pagina assolutamente inedita nella Chiesa dei tempi moderni. In molti guardano a lui, uomo forte del pontificato wojtyliano, come un’ancora sicura per una nave senza nocchiero. Sarà all’altezza del suo compito? La storia darà la risposta.

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