Ricerca, sperimentazione e impegno sul territorio. Un altro anno si sfida per la compagnia bolognese Laminarie insieme agli spettacoli, tra gli altri, del Teatro delle Albe, Teatro Valdoca e Societas Raffaello Sanzio
Nel foyer del Dom – La Cupola del Pilastro, ultimo nato tra i luoghi dello spettacolo a Bologna ma già premio Ubu per il lavoro sul confine tra ricerca teatrale e impegno sul territorio, si legge in belle lettere rosse “Il teatro valorizza gli imprevisti”. Perché in questo spazio gestito dalla compagnia Laminarie l’inaspettato non è problema tecnico ma sfida, com’è evidente anche nel programma dei prossimi mesi, intitolato Quello che si ha per sottolineare insieme la faticosa precarietà del fare teatrale alternativo e la felice necessità di far crescere e fiorire le risorse e i valori costruiti e scoperti con il proprio lavoro.
Qui gli incompiuti di Albert Camus, gli adolescenti delle periferie, la testimonianza dolente su Francesca Alinovi, gli esperimenti del teatro di ricerca e gli articoli della Costituzione possono cooperare e comporre un programma di spettacoli, dialoghi con artisti e intellettuali, residenze creative e occasioni di incontro per la cittadinanza. “La rassegna, spiegano Bruna Gambarelli e Febo del Zozzo di Laminarie, vede la periferia del Pilastro al centro di molte relazioni feconde con altri spazi della città”.
Si comincia con Proiezione verticale di Laminarie, performance che Febo Del Zozzo ha dedicato allo scultore Constantin Brancusi e al suo atelier, in particolare alla sua opera più conosciuta, la Colonna senza fine. Il progetto del gruppo bolognese proseguirà con un viaggio che, attraverso un percorso di residenze, ricalcherà quello che l’artista rumeno compì a piedi dalla Romania a Parigi e si concluderà in autunno a Bologna con una nuova versione dello spettacolo.
Dopo Brancusi sarà la volta di Poco lontano da qui (dal 21 al 23 febbraio), Socìetas Raffaello Sanzio e Teatro delle Albe in un’inedita collaborazione che vede le attrici guida Chiara Guidi e Ermanna Montanari al lavoro sulle lettere di Rosa Luxemburg per un confronto tra due modi originali di fare teatro. Ci sarà anche il Teatro della Valdoca (12 marzo), altra storica formazione della ricerca teatrale in un incontro coordinato da Piersandra Di Matteo nell’ambito del ciclo In contemporanea. Il 27 marzo sarà presentato il progetto Vivo a Bologna, ma abito qui, realizzato in collaborazione con il quartiere, le associazioni e le scuole del territorio: gli adolescenti, le bambine e i bambini racconteranno il Pilastro dei nostri giorni visto dal loro punto di osservazione.
Si ricorderà la figura di Francesca Alinovi con Questo rosso è un’intrusione atomica (13 aprile) della giovane compagnia bolognese La Pesatura dei Punti, spettacolo che ha avuto una tappa produttiva fondamentale proprio a DOM nel 2011. Il programma prosegue con un pomeriggio di letture e conversazioni sull’opera di Albert Camus (24 aprile) in occasione del centenario della sua nascita, con Mauro Boarelli, Giancarlo Gaeta e Matteo Marchesini. Seguirà la proiezione del film Il primo uomo di Gianni Amelio, tratto dall’ultimo romanzo di Camus. Anche quest’anno nella giornata dedicata ai lavoratori (1 maggio) torna l’appuntamento con Il Patto, la lettura pubblica della Costituzione affidata a cittadini di ogni età e provenienza. Chiude il programma lo spettacolo itinerante Eumenidi di Eschilo del gruppo Archivio Zeta (4-5 maggio) che attraverserà tutto il Pilastro e vedrà, ancora una volta, la partecipazione attiva degli abitanti del quartiere. Lo spettacolo fa parte del Progetto Linea Gotica/Orestea, realizzato dal 2003 da Archivio Zeta nel Cimitero Militare Germanico del Passo della Futa.
Ecco dunque quello “che si ha” al Dom del Pilastro. E agli spettatori basteranno appena sette euro per il biglietto degli spettacoli (gli incontri e alcuni degli altri eventi sono gratuiti).
Info e prenotazioni presso Dom – La Cupola del Pilastro, via Panzini 1, Bologna, info@laminarie.it, www.lacupola.bo.it, 051 6242160