Non servono le leggi bavaglio per zittire il giornalismo libero. Se lo si esercita in realtà medio piccole, scrivendo su siti che tirano avanti a fatica con la sola pubblicità, basta una minaccia di querela e di risarcimento milionario per zittire le voci che infastidiscono. Chi come me, ha la fortuna di lavorare in un giornale solido e libero, dovrebbe ricordarselo ogni giorno e per rispetto a colleghi meno fortunati impegnarsi il doppio.
Mario Molinari è uno dei migliori e più coraggiosi giornalisti liguri. Uno che si è impegnato da sempre, con la corazzata di Striscia la Notizia o la famigliare di Savonanews. Che rischia e si spinge avanti non per bastonare gli ultimi, ma per provare a raccontare cosa si nasconde dietro ai “primi”. Un cronista che si è battuto contro l’inquinamento dell’ambiente o della politica di Savona.
In un paese civile, di fronte a errori o imprecisioni giornalistiche non dolose, i politici pretenderebbero giustamente rettifiche e precisazioni. Ma le nostre leggi consentono di sparare con il bazooka. Ed è triste che a mettere in campo certe armi contro il giornalismo libero, seppur fastidioso, siano esponenti di quella sinistra che tanto ha parlato (oddio gli esponenti savonesi non mi sembra di averli mai sentiti) contro le leggi bavaglio del centrodestra. Da parte mia solo un invito, anzi due, leggete la storia di Mario e magari mandate una mail, incollando il link del post, al Pd savonese per chiedere di ritirare la querela e all’Ordine dei Giornalisti liguri perché prenda atto della situazione.