“Basta con i moralismi, le tangenti ci sono anche altrove, il sistema funziona così…” Così parló il Cavaliere e in queste parole c’è il cuore del Berlusconismo, la sua essenza, la sua atroce attitudine a dare pubblicità e forma politica anche allo sterco, anzi soprattutto allo sterco. Basterebbe ricordare le parole che lui e l’amico Marcello Dell’Utri dedicarono al mafioso e pluricondannato Mangano, eroe civile per non aver mai risposto alle domande dei magistrati.
Che le tangenti siano sempre esistite, e non solo in Italia, è cosa risaputa, ma a nessuno, neppure al più corrotto, sarebbe mai venuto mai in mente di costruire su questo, un progetto politico e di conquistare consensi titillando i peggiori umori che albergano nelle viscere umane.
Questa frase, non casuale, si sposa bene a quelle sull’evasione fiscale, alle battute grassocce in fabbrica, agli annunci di condoni tombali…
In tutti questi casi Berlusconi ha strizzato l’occhio ai peggiori vizi nazionali, inviando un messaggio a quei milioni di suoi simili che hanno fatto della furbizia uno stile di vita, non esitando a calpestare i diritti dei loro vicini.
La battuta sulle tangenti, ovviamente, ha anche l’obiettivo di nascondere la sostanza dello scandalo Finmeccanica: Chi ha nominato quei vertici? Chi ha preso le stecche?
In quali casse sono finiti quei soldi? Perché gli uomini di Comunione e Liberazione e della Lega entravano e uscivano da quegli uffici? Chi ha ordinato di pagare a peso d’oro alcune collaborazioni?
Altro che “In certi Paesi funziona così!”. Peraltro in certi Paesi si va a casa anche per una tesi di laurea copiata, altro che stallieri mafiosi e conflitto di interessi.
L’inchiesta in corso non riguarda “certi paesi..”, ma l’Italia e quelle cupole trasversali che si ritrovano in ogni indagine dal Monte dei Paschi a Finmeccanica, passando sempre per i resti della P2 e della P4, questi ultimi più attivi che mai.
I giudici “ad orologeria” non stanno indagando sulle ruberie degli Stati esteri, ma sui ladri nostrani che, per la verità, loro sì, non sono ad orologeria, ma a tempo pieno.
“Basta moralismi” ha tuonato il molestatore di operaie e di festival canori, speriamo che il coro delle elettrici e degli elettori gli voglia dedicare un “basta immoralismi”, un inno che, da troppo tempo, non trova più posto nel repertorio nazionale.