“In occasione di questo San Valentino, che sarà anche la giornata del matrimonio a New York tra Stefano e Federico – i due trasmessi da
Sanremo – , possiamo promettere con ragionevoli probabilità che entro pochi mesi, massimo entro il prossimo San Valentino, una coppia gay o lesbica italiana si potrà sposare in Italia.
L’apertura del matrimonio civile agli omosessuali è nel programma di Sel. E’ vero che non c’è nel programma dei nostri alleati del Pd, ma in questo campo il progresso sta marciando a ritmi travolgenti e la nostra presenza in Parlamento sarà in primo luogo al servizio dei nuovi diritti civili. Ce la possiamo fare. “Così le due “super Moniche“: Monica Cerutti capolista Sel Senato in Piemonte e responsabile diritti civili Sel, e Monica Frassoni, capolista Sel Senato Lombardia e co-presidente Verdi Europei. A ben vedere, non è solo legittima propaganda.
Le cose stanno davvero cambiando molto velocemente, e il matrimonio omosessuale è una delle poste in palio, anche simboliche, delle prossime elezioni. Ufficialmente appare nei programmi delle liste Sinistra Ecologia Libertà, Rivoluzione Civile e anche (novità) di 5 stelle. I radicali a queste elezioni non ci sono. Il Partito democratico è fermo al “modello tedesco“, che non è un “bel ragazzo germanico” come hanno ironizzato alcuni in Facebook, ma è la legge alla quale stanno ancorati i democristiani tedeschi per evitare l’introduzione del matrimonio propugnata da socialdemocratici e Verdi. Ma tutto dipende dal risultato delle elezioni: se scatteranno i premi di maggioranza per la coalizione di Bersani e se all’interno di essa Sel avrà un risultato almeno discreto, è facile che le resistenze dei settori più moderati – anzi, più attenti al Vaticano – del Pd verranno superate. Se si dovesse andare a un pasticcio Pd- Monti, difficilmente si parlerà di matrimonio gay (Monti con l’Udc è la nuova forza clericale). Se dovesse rivincere Berlusconi, ancora meno. A qualcuno che in questi giorni mi ha chiesto come potrebbe regolarizzare il partner straniero, e che immaginava percorsi a sponde con Francia o Usa, ho risposto “vota bene, che forse tra poco ce la facciamo qui, senza complicazioni internazionali”. Ma posso dirlo anche in prima persona, a ben pensarci. Se vinciamo le elezioni, ci sposiamo. Detto così sembra una scommessa, o una penitenza o una provocazione. Invece è proprio vero, è a portata di mano. E questo sposarci non è, non sarà il vezzo o il capriccio di una minoranza della minoranza. Sarà la gioia dei tantissimi che riconosceranno in queste cerimonie una festa di progresso per tutti, il superamento di un giogo un po’ grottesco che ci separava, che separava l’Italia, dalla modernità. Al mio compagno e a me è successo di ricevere incredibili congratulazioni per il solo fatto di esserci iscritti al registro delle unioni civili di Milano. Figuriamoci cosa saranno i matrimoni gay in Italia, appena li faremo. Una liberazione.
Bisogna però ragionare bene su quale voto dare. Penso a quello che rafforza il fianco più laico e di sinistra della coalizione d Bersani, come indicano le “due Moniche” da cui ho preso spunto.