In sei anni, grazie a una serie di bollettini contraffatti, la responsabile della cancelleria dell'ente parmigiano ha messo via un ingente tesoretto. La donna è ai domiciliari dal 6 febbraio, ma si è già "difesa" sostenendo che quei soldi le servivano per pagare le cure della madre malata
Un tesoretto accumulato in sei anni di lavoro, sottratto alle casse della Fondazione Teatro Regio di Parma grazie a un sistema di bollettini postali contraffatti. In questo modo Maddalena Paolillo, responsabile di cancelleria dell’ente cittadino, è riuscita a intascarsi oltre 300 mila euro. La donna, parmigiana di 57 anni che da anni lavorava per il teatro di Parma, è stata arrestata dai carabinieri il 6 febbraio 2013 con l’accusa di falso e peculato. Ora si trova ai domiciliari.
Dal 2006 la dipendente del Regio aveva escogitato un metodo efficace per portarsi a casa uno stipendio extra, messo in atto dopo l’acquisto da parte della Fondazione di una nuova macchinetta obliteratrice per evitare le code negli uffici postali. In questo modo la 57enne, che aveva il compito di raccogliere tutta la posta del teatro e di spedirla, riusciva a presentare bollettini “doppi” fotocopiandoli a poi cambiando le cifre a proprio piacimento. La donna si faceva quindi versare assegni per i pagamenti con somme gonfiate: la metà dei soldi andava effettivamente per le spese ordinarie relative ai servizi di spedizione postale, l’altra metà finiva nelle tasche della dipendente.
Con questo stratagemma la responsabile è riuscita a sottrarre dalle casse della Fondazione circa 6mila euro al mese. Un sistema ben collaudato che andava avanti dal 2006, ma cominciato già nel 2005, nei mesi successivi all’acquisto dell’obliteratrice, e grazie al quale la donna è riuscita ad appropriarsi di più di 300mila euro fino a dicembre 2012, quando il suo trucco è stato scoperto dagli amministratori del teatro.
La misura cautelare per la dipendente è scattata dopo che sono state confermate le accuse a suo carico. La denuncia era stata presentata il 5 dicembre da una dirigente del servizio amministrativo del Regio. Nell’ambito dell’operazione di revisione dell’organigramma dell’ente e del controllo delle voci di costo e dei conti del passato, erano emerse infatti spese spropositate per i servizi postali rispetto alle esigenze della Fondazione. Confrontando quindi le spedizioni effettuate con i cedolini e le spese sostenute, ci si era accorti di un ammanco di circa 260mila euro. In seguito, grazie a un serie di verifiche, era stato individuato il problema e la donna era stata sospesa dal servizio.
Pochi giorni dopo, il 7 dicembre, il presidente della Fondazione Federico Pizzarotti e l’assessore al Bilancio Gino Capelli avevano presentato un esposto in Procura sulla vicenda, che aveva portato all’apertura di un fascicolo e all’acquisizione di tutta la documentazione della Fondazione Teatro Regio relativa ai passaggi di denaro. Le indagini hanno quindi portato all’arresto di Paolillo. Durante l’interrogatorio di garanzia la donna ha ammesso di avere sottratto il denaro illecitamente, ma si è giustificata spiegando che i soldi le servivano per pagare le cure della madre anziana. Una versione però smentita dal medico curante e anche dagli inquirenti, che hanno constatato che la donna, a cui sono stati sequestrati i conti correnti, vive in condizioni agiate e che la madre non necessitava di cure che potessero giustificare l’utilizzo di somme di denaro così consistenti.