Monti & Bersani denunciano il populismo del M5S. Tra le possibili definizioni di populismo riporto quella artistico-letteraria in base alla quale “populismo è la rappresentazione idealizzata del popolo, considerato come modello etico e civile”.
L’altra accusa rivolta all’M5S riguarda la sua supposta appartenenza, ovviamente oggettiva, alla destra. Un’accusa general generica rivolta a tutti coloro i quali, pur con motivazioni e comportamenti anche opposti, potrebbero minare le ortodossie al potere, nel caso italico quello catto-comunista-liberista.
C’è poi il caso dell’appropriazione indebita da parte della destra financo estrema che considera l’M5S come movimento di destra tout court. Giusto l’altro ieri Sgarbi dichiarava riferendosi a Berlusconi & Grillo “mettiamo due coglioni insieme e non realizziamo un cazzo“. Sarà interessante vedere se Sgarbi, nel caso di una sua mancata rielezione, continuerà a usare il linguaggio da bassifondo che continua a consentirsi grazie a guardiaspalle foraggiati da noi popolo bue.
Comunque sia, per verificare fino a che punto fossero fondate le accuse rivolte al movimento di Grillo, mi sono iscritto all’M5S e l’altro ieri sera ho partecipato a un’assemblea generale convocata dal Meetup fiorentino presso la pizzeria Funicolì in via il Prato in quel di Fi/Renzi, città ricelebrata dai clamori del suo sindaco supposto rottamatore il quale, invece che occuparsi delle buche delle strade come altrettante gruviere firenzine, è intera/mente dedito-dedicato a raccolta dei voti del rinominato pidimenoelle.
L’assemblea di una settantina di populisti, compresa una quarantina di new entry – età media 40 anni, i giovani meno degli anziani – inizia come convenuto alle 21,30 e si conclude puntuale a mezzanotte, dopo una raffica di interventi lampo di un minuto l’uno con sforamenti massimi di altri due, dedicati alla presentazione dei nuovi iscritti, agli aspetti organizzativi, per esempio alla trasferta per il comizio di Beppe in piazza San Giovanni a Roma, e al resoconto sul bilancio in corso con una previsione di spesa che dovrebbe aggirarsi sui 40 mila euro complessivi – niente rispetto alle cifre da capogiro dei rimborsi elettorali da rapina ai quali ci siamo obtorti colli abituati.
Tra gli interventi dei vecchi e nuovi scritti, rammento quello di un ex imprenditore di 30 anni costretto dalla crisi a chiudere l’azienda paterna che durava da 60 anni; l’intervento retrò di un medico che riferendosi alla psicoanalisi ha definito il pensiero freudiano “carico di fantasie”; l’intervento del “gestore di un albergo da 46 stanze”, l’unica new entry a dichiarare la sua precedente militanza nel Msi, prima della fusione con il partito del Caimano e la conseguente scissione di Fini and Co; un caso che comunque non basta a giustificare l’attribuzione alla destra del movimento M5S, da parte dell’ultimo numero di Diorama, nota rivista destrorsa firenzina.
L’indomani sul sito dell’M5S di Firenze Roberto Bertolani informa:
“Ieri sera tra i simpatizzanti abbiamo raccolto la somma di 310 euro (…) grazie a tutti e un grazie particolare a Giovanni Torchia che ha fatto una donazione di 174 euro, così accollandosi il pagamento della traduttrice al comizio di Beppe Grillo a Firenzi”.
In definitiva il mio primo impatto con il movimento è stato stimolante e gradevole q.b. – quanto mi è bastato per farmi capire, a me vecchio marpione sessantottardo del già movimento antiautoritario trentino, la leggerezza di un movimento allo stato nascente e della sua bellezza.