È la prima community internazionale pensata per lo scambio di ospitalità tra famiglie. Creata da una coppia italiana, offre opportunità d’incontro tra persone e passioni per scoprire il vero volto delle diverse località
Una community virtuale per soddisfare il desiderio molto reale di viaggiare conoscendo davvero i posti che si visitano, attraverso gli occhi e la conoscenza delle migliori guide esistenti: gli abitanti delle stesse località. Ma anche un luogo dove incontrarsi e condividere le proprie passioni. Tutto questo è Familink Travel, la prima comunità internazionale online dedicata alle famiglie che vogliono impegnarsi nello scambio di ospitalità e in altre forme di viaggio “condiviso”. Creatore di questo portale, insieme alla compagna Diletta Romei, è Riccardo Urbani, 52enne vicentino che vive nelle Marche: «L’idea è nata dalla nostra storia personale di viaggiatori nella quale abbiamo sperimentato come fosse più coinvolgente ed interessante scoprire una località con il supporto di chi la abita». Così, soprattutto negli ultimi due anni, Riccardo e Diletta hanno pianificato i loro viaggi contattando privatamente delle persone del posto prescelto e ricevendo sempre una grande disponibilità, che a loro volta ricambiavano: «In questo modo abbiamo visitato gran parte dell’Italia, ma anche Inghilterra, Spagna, Francia e Malta», spiega Urbani. Una scelta felice e proficua che li ha spinti, nel settembre del 2012, a dare vita a una community organizzata, pensata per un settore della società precedentemente escluso da questo tipo di pratiche, le famiglie: «È proprio la tipologia di viaggiatori a cui ci rivolgiamo a rendere Familink Travel un’esperienza inedita. Per i giovani esiste già un servizio simile, il couchsurfing, che però parte da una filosofia diversa. Lì la parola d’ordine è libertà, mentre per noi il valore cardine è l’incontro, l’instaurazione di relazioni».
Familink Travel si rivolge alla famiglia intesa nel senso moderno del termine, coinvolgendo coppie eterosessuali e omosessuali, persone separate con figli e anche i cosiddetti “single di ritorno”, cioè coloro che hanno avuto un’esperienza di vita di coppia per poi tornare nuovamente ad essere soli. Per entrare a far parte della community, che al momento conta oltre un centinaio di nuclei familiari, occorre registrarsi sul sito e compilare una scheda di presentazione nella quale descriversi indicando cosa si è disposti ad offrire, dove si vorrebbe andare, ma anche le proprie passioni e stili di vita, con la possibilità di aggiungere anche delle foto. Tutti elementi che permettono di mettersi in contatto con i membri che, almeno sulla carta, risultano più affini ai propri gusti, instaurando una relazione che passa attraverso i contatti dapprima via chat e via Skype per poi giungere all’incontro vero e proprio. Iscriversi al momento costa soltanto un euro e, accanto al semplice scambio di ospitalità (senza nessun obbligo di reciprocità), la community offre anche altre forme di condivisione: «Sta diventando anche un mezzo con il quale le famiglie mandano i figli all’estero in tutta sicurezza per imparare una lingua o le persone che scoprono di avere passioni comuni decidono di intraprendere un viaggio insieme – sottolinea Urbani – ci sono poi coloro che si propongono come “support guide”, cioè non mettono a disposizione la propria casa ma offrono informazioni e consigli per i viaggiatori che si recano nella loro città».
Un vantaggio non trascurabile, tra quelli garantiti dalla community, è quello del risparmio: sia diretto, non dovendo pagare i costi dell’alloggio, sia indiretto, perché la consulenza di persone in loco mette al riparo dalla classiche “fregature” nelle quali rischia di incappare il turista allo sbaraglio riguardo ai prezzi di taxi, locali, ristoranti e altri servizi. Anche per questo il numero degli iscritti continua ad aumentare, a conferma che le opportunità offerte da Familink Travel soddisfano una richiesta esistente nella popolazione ma che faticava ad esprimersi apertamente: «Nei Paesi anglosassoni è un modo normale di viaggiare, mentre a noi latini sembra un po’ strano. All’inizio ci facciamo intimidire dall’idea, ma una volta coinvolti tutti ne sono entusiasti». E per superare le ultime remore Urbani offre qualche suggerimento: «È fondamentale la presa di contatto online tramite la community che permette di conoscersi e preparare al meglio l’incontro. Poi, per evitare equivoci, è sempre meglio mettere le cose ben in chiaro. Se ad esempio in un determinato periodo non si ha la possibilità di ospitare o portare in giro qualcuno non bisogna avere paura di dirlo». Al momento gli iscritti sono per l’80% italiani, molti anche residenti all’estero, per un progetto che, visto il successo, è in continua evoluzione. Sono infatti allo studio sistemi per rendere ancora più stringenti la tutela della privacy e la sicurezza e si sta prendendo contatto con alcune strutture istituzionali con l’intenzione di mettere a loro disposizione la rete costruita da Familink. Ed infine esiste un blog, che dovrebbe diventare il mezzo per aumentare ulteriormente il livello di condivisione: «Alcuni iscritti hanno realizzato dei video di presentazione. Mi piacerebbe che lo facessero tutti e che nel blog le persone raccontassero le proprie esperienze di viaggio. Nessuno può farti vivere realmente l’identità di un luogo come chi lo abita. Anche le migliori guide cartacee, dopo 2-3 mesi, sono già vecchie».