Il fidatissimo Segretario di Stato di Benedetto XVI dal 2006 fino alla fine del regno ratzingeriano ha presieduto la commissione cardinalizia. Ancora una volta, non rendendo immediato l'inizio della sede vacante, il Papa ha rinnovato nuovamente la sua piena fiducia al cardinale salesiano
La nomina di Ernst von Freyberg, 54 anni, dell’Ordine dei Cavalieri di Malta, alla guida dello IOR, l’Istituto per le Opere di Religione, la banca vaticana, arrivata nove mesi dopo la sfiducia a Ettore Gotti Tedeschi, svela nuovi scenari sulle dimissioni di Benedetto XVI. Retroscena attendibilissimi dicono che il Papa tedesco avrebbe voluto far iniziare la sede Vacante subito dopo aver comunicato la sua decisione di lasciare il pontificato. Ma la corte papale ha cercato di dissuaderlo da questo proposito. E, alla fine, lo ha convinto. Gli argomenti usati sono stati pochi, ma determinati: c’era bisogno di espletare ancora alcune pratiche importanti e inevase da tempo ma ormai considerate mature per una soluzione finale. La sede Vacante, invece, fa decadere di colpo tutti i capi dicastero della Curia romana dalla guida dei loro uffici e rende nulli tutti i loro atti di governo della Chiesa. In ogni pontificato che si rispetti l’agonia del Papa prevede un susseguirsi di nomine prima che il cuore del Pontefice cessi di battere e congeli ogni cosa. Durante gli ultimi mesi di vita di Giovanni Paolo II, per esempio, e in particolare durante la sua ultima settimana prima della morte, non poche sono state le nomine episcopali “approvate” dal Papa ormai agonizzante e senza voce.
Nel caso dell’abdicazione di Benedetto XVI senza un tempo per così dire propedeutico alla sede Vacante non ci sarebbe stata la possibilità di accelerare alcune nomine e renderle definitive con il sigillo di Ratzinger prima che esso venga distrutto. La nomina dell’avvocato Ernst von Freyberg alla guida del Consiglio di Sovrintendenza dello IOR è una di queste. Essa non spetta direttamente al Papa regnante bensì alla Commissione Cardinalizia di Vigilanza dell’Istituto per le Opere di Religione che è presieduto dal cardinale Tarcisio Bertone. Sì, proprio dal fidatissimo Segretario di Stato di Benedetto XVI dal 2006 fino alla fine del regno ratzingeriano. Ancora una volta, non rendendo immediato l’inizio della sede Vacante, il Papa ha rinnovato nuovamente la sua piena fiducia al cardinale salesiano.
Ratzinger esce di scena per sempre dal palco mondiale cui è esposto un Pontefice nel XXI secolo, ma non consente che i suoi fidati collaboratori muoiano con lui. La nomina dell’avvocato von Freyberg, si legge nel comunicato vaticano, “è il risultato di profonda valutazione e di diverse interviste che la Commissione Cardinalizia ha compiuto, sempre con il supporto del Consiglio di Sovrintendenza. Si è trattato di un percorso di alcuni mesi, meticoloso e articolato, che ha permesso di valutare numerosi profili di alto livello professionale e morale, anche con l’assistenza di un’Agenzia internazionale indipendente, leader nella selezione di alti dirigenti d’impresa. Il Santo Padre – si legge ancora nella nota – che ha seguito da vicino l’intero processo di selezione e di scelta del nuovo Presidente del Consiglio di Sovrintendenza dell’I.O.R., ha espresso il Suo pieno consenso alla decisione della Commissione Cardinalizia”. Di questo organo, oltre a Bertone che ne è il presidente, fanno parte i porporati Attilio Nicora, che guida l’Autorità di Informazione Finanzia della Santa Sede, Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interregioso, Telesphore Placidus Toppo, Arcivescovo di Ranchi, e Odilo Pedro Scherer, Arcivescovo di San Paolo. “La Chiesa si rinnova sempre, rinasce sempre”, aveva detto il cardinale Bertone al Papa soltanto mercoledì scorso al termine della Messa dell’inizio della quaresima celebrata da Benedetto XVI nella Basilica Vaticana. “Servire la Chiesa – aggiungeva il porporato – nella ferma consapevolezza che non è nostra, ma di Dio, che non siamo noi a costruirla, ma è Lui; poter dire noi con verità la parola evangelica: ‘Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare’ (Luca 17,10)”. Tanto da accelerare i tempi della nomina del presidente dello IOR, e chissà di quali altre, prima che la Sede di Roma diventi vacante e Bertone, più che Ratzinger, perda il suo potere. Benedetto XVI glielo ha consentito. Ancora una volta.