Promesse vecchie di vent’anni, battute sulla ex moglie e inquietanti proposte per il futuro. Silvio Berlusconi torna a Palermo, la città che gli ha regalato vent’anni di successi elettorali e arringa i suoi sostenitori per più di due ore. L’ex premier è entrato in un teatro Politeama colorato d’azzurro con due ore di ritardo, e ha iniziato il suo comizio rispolverando la prima delle promesse fatta ai siciliani nell’ormai lontano 1994: il ponte sullo Stretto di Messina. “Ho un sogno: prima di morire vorrei passare dal Ponte, che renderà la Sicilia super italiana” ha detto l’ex premier tra gli applausi entusiasti dello stato maggiore del Pdl e una serie di supporter che sventolavano manifesti con scritto “Io sto con Silvio”. In prima fila Angelino Alfano, Renato Schifani, Enrico La Loggia, Saverio Romano e Stefania Prestigiacomo, più la deputata palermitana Gabriella Giammanco, definita da B come “bella e brava, grazie a noi il Parlamento è diventato un posto frequentabile”. Poi l’ex presidente del consiglio ha accusato la Cgil e Bersani di voler inserire la patrimoniale solo sui 29 contribuenti che guadagnano più di dieci milioni di euro. “In realtà sono 28 – ha scherzato B – perché io ora sono più povero. La mattina guardo l’orologio e alle 13 mi chiedo: chissà se mia moglie si è svegliata altrimenti come farà a spendere 100 mila euro solo di pomeriggio?”. Quindi il leader del Pdl ha concluso il suo comizio con una proposta giudiziaria: istituire la cauzione anche in Italia. Una misura che B ha spiegato così: “Una somma di denaro che uno paga per uscire di galera garantendo di non scappare. Se scappa perde quella somma di denaro”. Nel frattempo dalla folla qualcuno scandiva insistentemente una parola: “Condono!” di Giuseppe Pipitone
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