Sul numero del 18 febbraio un viaggio nell'Italia dell'aria e dell'acqua che respiriamo e beviamo quotidianamente. Gli impianti inquinanti, le aziende, le discariche che assediano il nostro paesaggio e la nostra salute. Sullo sfondo, i programmi elettorali: quello che dicono. E soprattutto quello che non dicono
L’AMBIENTE come la scuola, una parola dimenticata nel dizionario dei politici candidati alle elezioni. Perfino l’aria e l’acqua, nostri beni primi, stanno diventando un privilegio per pochi.
Il Fatto ha compiuto un viaggio nell’Italia dei veleni, dove, secondo Legambiente, 1.152 impianti industriali trattano sostanze pericolose, in 739 comuni. Uno su dieci. Intanto, secondo il dossier Sentieri realizzato con la collaborazione del ministero della Salute, almeno 1.200 persone muoiono ogni anno uccise dall’inquinamento. Soltanto nelle aree sottoposte a bonifica. Ma potrebbero essere di più, molte di più. E 19 impianti inquinanti continuano a lavorare senza l’Autorizzazione Integrata Ambientale nazionale.
Il Fatto del Lunedì racconterà l’Italia, regione per regione, da Saluggia in Piemonte dove si riversano le scorie nucleari, a Torino in testa alle classifiche dell’inquinamento, passando per Brescia, Trieste, il Molise, la discarica di Malagrotta alle porte di Roma. Poi la Sicilia dei petrolchimici e la Sardegna dei poligoni.
Vi racconteremo quello che prevedono (e tacciono) i programmi dei partiti in materia di inquinamento. Mentre le industrie inquinanti sono le stesse che spesso sponsorizzano centrodestra e centrosinistra. Con noi Adriano Celentano, che lunedì e martedì fara sentire la sua voce sul Fatto. Contro la distruzione del nostro Paese.