La risposta dello storico circolo bolognese Il Cassero dopo il vademecum per il voto dell'arcivescovo: "persevera nell’aberrazione di una Chiesa che fa politica, insinuandosi nello scambio di favori e sostegni spesso indicibili che animano quei retroscena"
L’arcivescovo di Bologna, il cardinale Carlo Caffarra, “faccia come Ratzinger: si dimetta”. Lo afferma il consiglio direttivo del circolo Arcigay -. Il Cassero di Bologna, commentando la lettera di “orientamento” per il prossimo appuntamento elettorale rivolta alla comunità bolognese e diffusa ieri dall’Arcidiocesi, in cui Caffarra sottolinea tra l’altro la necessità della “salvaguardia dell’ incomparabilità del matrimonio-famiglia e la loro promozione”, e rimarca che equiparare matrimonio e famiglia “a realtà che sono naturalmente diverse non significa allargare i diritti, ma istituzionalizzare il falso”.
Per l’Arcigay, il cardinale “avrebbe potuto in questi giorni parlare del tema che gli è più proprio, cioè delle dimissioni del pontefice e della profonda crisi dell’istituzione ecclesiastica che quell’atto ha messo allo scoperto. Invece quella crisi, anzichè spiegarla, ha scelto di rappresentarla in prima persona e di perseverare nell’aberrazione di una Chiesa che fa politica, insinuandosi nella gara tra i partiti in vista delle elezioni e nello scambio di favori e sostegni spesso indicibili che animano quei retroscena”.
“I prelati come Caffarra adottano lo stile dell’antipolitica e diventano imbonitori da piazza, incapaci di indicare un orizzonte ma generosi di sgambetti e colpi bassi”, prosegue la replica del circolo omosessuale bolognese. “Questa è la miseria sottesa all’invettiva del cardinale contro i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Una posizione contraddittoria che a parole vuole proteggere la famiglia e nei fatti taglia fuori tutte le nuove famiglie che già esistono. Quello di Caffarra è un atto inumano, del tutto estraneo alla fede”.