”Non ho mai chiesto favori per me o per la mia ex moglie Lisa Lowenstein, dalla quale sono separato da 5 anni e allo stato legalmente divorziato”. Con queste parole, contenute in una lettera inviata al Sole 24 Ore, il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli ha ribadito la sua estraneità sulle consulenze affidate da Finmeccanica alla sua ex signora. Nella missiva in questione, Grilli ha specificato che le scelte economiche della ex moglie sono state tra le cause della separazione. Per Alessandro Pansa, neoamministratore delegato di Finmeccanica – nonché colui che secondo Mediobanca avrebbe chiesto favori per la singnora Grilli – il ministro dell’Economia ha detto di avere “stima professionale e da anni amicizia personale”.
IL TESTO DELLA LETTERA
“Sono costretto, di nuovo, ad intervenire sulla fantomatica vicenda di presunte consulenze che sarebbero state elargite alla mia ex moglie. Non ho mai chiesto favori per me o per la mia ex moglie Lisa Lowenstein, dalla quale sono separato da 5 anni e, allo stato, legalmente divorziato. Le autonome iniziative economiche della mia ex moglie non solo non sono state da me condivise, ma le stesse sono state causa, non ultime, della mia separazione risalente, come premesso all’anno 2008. Tale circostanza, pur non volendo considerare le smentite pervenute dai soggetti coinvolti, è stata confermata dall’audit interno di Finmeccanica, commissionato in data 5 Settembre 2012, dall’allora Presidente ed Amministratore Delegato della stessa, ingegnere Giuseppe Orsi, al fine di ‘evidenziare ed analizzare’ l’affidamento di incarichi professionali da parte delle società del Gruppo alla signora Lowenstein, nel periodo primo gennaio 2005-30 giugno 2012. Le verifiche effettuate hanno dato esito negativo, così come evincibile dall’estratto delle risultanze delle stesse che recita come segue: ‘Dalle verifiche svolte è emerso che nel periodo oggetto di analisi nessuna società del Gruppo Finmeccanica ha intrattenuto rapporti commerciali né con la signora Lisa Caryl Lowenstein, né con le tre Società menzionate: Made in Museum srl, MIM Merchandising srl e Style Muffin LLC’. A tali fatti non ho nulla da aggiungere. Apprendo dalla stampa odierna che negli interrogatori resi agli Organi Inquirenti l’11 Ottobre 2012, Alberto Nagel e Maurizio Cereda di Mediobanca, avrebbero riferito che Alessandro Pansa, all’epoca condirettore generale di Finmeccanica, per il quale ho stima professionale e da anni amicizia personale, avrebbe chiesto – tra il 2007 ed il 2008-, se fosse stato possibile ristrutturare il debito contratto dalla signora Lowenstein o da società a lei riconducibili. Richiesta alla quale gli stessi avrebbero poi dato risposta negativa. Anche a tale circostanza, irrilevante e già chiara nelle modalità in cui si è svolta, non ho nulla da aggiungere. Infine, per quanto utile possa essere ai fini della chiarezza che impropriamente mi viene richiesta di fare, posso solo ribadire di non aver mai chiesto, alcun aiuto, in favore della mia ex moglie, signora Lisa Lowenstein, per sanare la situazione debitoria di quest’ultima relativa alla sua autonoma attività imprenditoriale”.
IL LEGALE DI ORSI: COMPLOTTO DEL TRIANGOLO ZAMPINI-HASCHKE-BORGOGNI
Proseguono intanto le schermaglie legali seguite all’arresto di Giuseppe Orsi. Il legale dell’ex presidente di Finmeccanica, Ennio Amodio, dà una propria interpretazione alla vicenda che ha condotto in carcere il suo assistito: secondo Amodio, alla base di un procedimento “attorno al quale vi sono interessi che non sempre collimano con gli interessi della giustizia”, vi è un “triangolo che ha ai suoi vertici Zampini, Haschke e Borgogni”. “Dagli atti del processo – ha spiegato il legale – si desume come sia stato Zampini (ad di Ansaldo energie, ndr) il primo a prospettare l’utilizzo di una somma da destinare ai partiti nell’ambito della vicenda del contratto con l’India”. Amodio ritiene singolare che ciò avvenga “qualche giorno dopo che l’ingegner Orsi aveva assunto la propria carica”.
Quella ipotesi di somma destinata alla Lega Nord è “un’informazione errata poi ripetuta negli interrogatori a Roma e a Napoli”. Il presunto mediatore delle tangenti, Guido Haschke, “si è incontrato con lui”, e per Amodio, fa fede un’intercettazione ambientale del 25 marzo 2012 tra Haschke e il suo socio Carlo Gerosa in cui Haschke afferma: “Però posso benissimo mettere questa pulce nell’orecchio di Zampini, perché lui ha tanti contatti ai livelli giusti….”. “Perché – continua Haschke – deve scricchiolare la seggiola di Orsi, chiede di nuovo il mio appoggio su Angeletti…”. “A favore di Zampini”, risponde Gerosa. “E, cazzo – prosegue Haschke – sai come campi alla grande. Capisci che una volta fuori Orsi anche questi qua di Napoli si calmano eh!”. Gerosa quindi chiede: “Perché? Loro ce l’hanno con Orsi?”. E Haschke risponde: “Certo!”.