Alla vigilia del voto si rimescolano alleanze e strategie. Mentre il Professore resuscita la "grande coalizione", il segretario democratico fa appello ai futuri eletti dell'M5s: "Vedremo se vorranno essere eterodiretti"
”A Grillo dico che non si vince sulle macerie, sulle macerie sta bene solo chi ha i soldi. Se in Parlamento ci saranno i grillini ci sarà da fare uno scouting per capire se intendono essere eterodiretti o partecipare senza vincoli di mandato. Non è campagna acquisti ma li testeremo sui fatti”. Così Pier Luigi Bersani su Corriere.it, in un’inedita apertura non al comico genovese, ma agli eletti del suo movimento. “Il M5S è nato in Emilia Romagna, li conosciamo bene – aggiunge Bersani – capisco la richiesta di sobrietà della politica e anche la rabbia. Ma chiedo a Grillo: ‘Dove vuol portare la gente?’ Dire che non ci sono né destra né sinistra sono cose sconosciute in democrazia, non rispondere alle domande è una cosa sconosciute in democrazia. Vogliamo uscire dalla democrazia? E quando dice via da euro vuol dire che andiamo in Grecia?”.
A meno di una settimana dal voto del 24 e 25 febbraio, si mescolano strategie e alleanze. Mario Monti, dopo la netta presa di distanze di ieri dalla coalizione di centrosinistra e da Nichi Vendola, oggi parla di “grande coalizione”. Ma anche di “uno spirito giusto ed efficace di larga condivisione” con l’obiettivo di far convergere sulla nomina di alcune importanti cariche istituzionali, dall’altra, il leader del Pd Pier Luigi Bersani cerca una sponda nel Movimento 5 Stelle del tanto temuto Beppe Grillo. Ma butta lì un riavvicinamento con il Pd anche Antonio Ingroia, che propone un’intesa a Bersani a patto che “ci sia una svolta da parte del segretario del Pd, che mi sembra però di non vedere, e cioè che abbandoni definitivamente il sostegno al premier Monti e alle sue politiche che ci hanno portato a questo disastro”.
Monti torna sulla possibilità di alleanza tra il suo movimento e il centrosinistra di Bersani e Vendola e conferma che “non mi sento condannato a governare con loro” e “non abbiamo nulla in comune con la coalizione di sinistra, così come non abbiamo niente in comune con la destra“.
Così come può essere vista in chiave anti-Prodi la preferenza annunciata da Monti per una donna al Quirinale. “In uno spirito di condivisione di un progetto-Paese condividere alcune importanti cariche istituzionali può giovare” afferma in una intervista al Messaggero il candidato a Palazzo Chigi di Scelta Civica. Per la presidenza della Repubblica, comunque, per il capo del governo “Prodi è una persona che ha tantissimi titoli per poter aspirare a quella carica. Ma mi piace molto l’idea di avere una presidente donna di sui si parla da anni. Nomi? Non ne faccio”. Proprio oggi la capolista alla Camera in Lombardia per Scelta Civica, l’ex presidente del Fai Ilaria Borletti Buitoni, in un’intervista al Corriere della Sera aveva fatto il nome di Anna Maria Cancellieri: “Ritengo possa essere un ottimo successore di Giorgio Napolitano. Come ministro ha fatto bene, è pacata e ha saputo dimostrare tutte le sue qualità anche nei momenti più difficili”.
Il Professore dunque spiega di aver “sempre sempre avuto la visione che per risolvere i gravissimi problemi dell’Italia serva un consenso piuttosto largo. Per questo – prosegue – mi sono dichiarato spesso a favore di grandi coalizioni, anche quando era quasi una bestemmia dirlo. Credo perciò che uno spirito di larga condivisione di un progetto-Paese sia una cosa giusta ed efficace e può darsi che condividere alcune importanti cariche istituzionali giovi da questo punto di vista”.
“Il Paese – osserva il presidente del Consiglio – è più governabile di quanto si creda: nel novembre del 2011 sembrava ingovernabile, invece è stato governato. E bene, credo”. Per quel che riguarda Bersani, secondo Monti “ha fatto esperienze di governo, magari non molte esperienze internazionali finora. Ma, se toccherà a lui, saprà assumersi le sue responsabilità. Oggi però governare l’Italia non significa governare a Roma, significa prendere decisioni a Roma e avere influenza a Bruxelles in sede di Unione europea”. Infine, Monti esclude l’ipotesi di una manovra correttiva: “Non è necessaria”, dice.
“Nessuno – aggiunge – ci costringerà a governare ma chi vorrà venire a lavorare con noi troverà porte aperte. Però non collaboreremo mai con un governo che non fosse fortemente orientato alle riforme”. Se toccasse al segretario del Pd governare il Paese, comunque, “saprà assumersi le sue responsabilità “. Bersani, dice, “ha fatto esperienze di governo, magari non molte esperienze internazionali”.
Il professore si dice “non pentito” di avere introdotto l’Imu perché senza i suoi “20-22 miliardi non ce l’avremmo fatta”. Ora però “il Paese, grazie ai sacrifici degli italiani ha un bilancio pubblico tra i più solidi d’Europa” e “si può ragionare su una diminuzione progressiva di tutte le tasse in modo responsabile”. Monti dice di provare “simpatia” per gli elettori di Grillo che muovono “come noi dalla profonda insoddisfazione per la performance della politica per come l’abbiamo vista all’opera” ma di avere “un grossissimo punto di domanda sugli eletti di Grillo e sul loro capofila”.
Quanto al suo movimento e al rapporto con Fini e Casini “ho partecipato a varie iniziative di Scelta Civica con Udc e Fli – dice Monti – e non riesco ad avvertire nessun disagio della mancanza di una foto insieme a Casini e Fini” che sono “due politici come tanti altri in piena regola ma prima di altri hanno visto il disastro di questo bipolarismo”.