Luca Cordero di Montezemolo arriva a Parma a sostegno di Mario Monti, ma la città risponde con timido entusiasmo all’unica tappa in Emilia Romagna del presidente della Ferrari. All’Auditorium Paganini, che può ospitare fino a 780 persone, ci sono i rappresentanti dell’Unione Parmense degli industriali al gran completo, autorità e istituzioni locali, ma i posti occupati, anche se molti, sono circa la metà.
Pochi cittadini o anche solo curiosi, nell’incontro che la lista Scelta Civica con Monti per l’Italia ha organizzato nella sala che di solito ospita i grandi eventi cittadini e che qualche mese fa i parmigiani avevano riempito quasi a scoppiare in occasione del dibattito sull’inceneritore tra gli allora candidati sindaco Vincenzo Bernazzoli e Federico Pizzarotti.
Proprio al sindaco Cinque stelle arriva una delle prime frecciate di Montezemolo, che prende le distanze da ogni forma di populismo. “Oggi il populismo e la demagogia sanno intercettare le domande dei cittadini, ma poi non sono in grado di dare le risposte adeguate. Parma ne è un esempio – spiega il presidente – è una tipica città seria e di tradizione, che ha subito una terribile gestione che ha portato a un voto di protesta”. Ma il giudizio, di nuovo negativo, è rivolto a Beppe Grillo e al suo rappresentante locale, perché “chi oggi aizza le folle, non riuscirà a portare al governo gente esperta. Certo, ci sono dei ragazzotti bravi pieni di volontà, ma prima di fare i ministri devono crescere, come si dice a Roma devono mangiare del sapone, perché è importante avere persone competenti che possono lavorare e ridare la credibilità perduta all’Italia”.
La diffidenza è anche per gli altri avversari di Monti, da destra a sinistra, e per questo il fondatore di Italia Futura mostra apprezzamento per la dichiarazione del presidente del consiglio, che ha escluso un’alleanza con “questa sinistra”. “Sono preoccupato – spiega Montezemolo – per quello che può succedere dopo le elezioni, perché oggi va molto di moda la demagogia sia di destra che di sinistra”. Il presidente della Ferrari, fresco degli ottimi risultati della sua azienda attestati dal consiglio odierno, di cui non nasconde la soddisfazione, attacca poi la politica del passato e il modo di fare campagna elettorale: “Basta alle polemiche e basta parlare del passato. Sono esterrefatto nel vedere come persone che hanno avuto un ruolo principale nella vita del Paese e così scarsi risultati, sembrino essere arrivati da Marte e ci dicano cosa dobbiamo fare, come se fossero stati lontani fino a ieri”.
La ricetta di Monti, appoggiata da Montezemolo, è quella di rivalutare la cultura del lavoro, della produzione e della ricerca candidando persone serie, responsabili, ma anche di rivedere il ruolo dello Stato, “oggi debole ma invadente. Veniamo da vent’anni di non scelte – dice alla platea – Chiunque sarà il pilota che guida quest’auto, il mondiale non lo vincerà, c’è bisogno di una riforma dello Stato che dimezzi il numero dei parlamentari, che tolga questa dicotomia tra Camera e Senato ed elimini privilegi e costi della politica”. Il dito è puntato anche sulle riforme non portate a termine dai governi precedenti, come quella elettorale: “C’è stato un momento in cui ho pensato che Italia Futura potesse diventare un partito, ma occorreva cambiare la legge elettorale. Ora però è arrivato il momento di scendere dalla tribuna e dare un contributo. C’è chi lo fa candidandosi, e chi lo fa come me, che non sono candidato a niente, né mi candiderò mai”.
L’appello ai presenti in sala è quindi quello di una presa di coscienza e di una scelta responsabile, che vinca sull’astensionismo: “Bisogna votare, e il voto non deve essere un voto di protesta – conclude – Perché così si dà spazio alla vecchia politica o ai professionisti della protesta”.