In un foglio word del 2008, ora al vaglio dei magistrati che indagano su Monte Paschi, i nomi del coordinatore del Pdl Denis Verdini e dell'allora sindaco di Siena Franco Ceccuzzi del Pd. Il centrosinistra avrebbe concesso spazio dentro la banca e la fondazione in cambio di aiuti a livello nazionale e di una competizione elettorale "annacquata". I diretti interessati smentiscono ogni attribuzione
“Obiettivo primario – è scritto ancora – è quello di mantenere i livelli di autonomia senza particolari ingerenze da parte delle autorità centrali”. Inoltre il Pdl si impegna, in vista delle amministrative del 2009, “a ricercare una candidatura del Pdl per la presidenza della provincia di Siena che non tenti di sconvolgere gli attuali equilibri” e a rifuggire a “qualsiasi accordo destabilizzante con le liste civiche” in diversi comuni senesi.
Ceccuzzi, in cambio, garantiva per il rinnovo del cda della Banca nel 2009 “un consigliere di amministrazione” e di “confermare la presidenza di Antonveneta” oltre, a garantire due deputati nella “deputazione generale della Fondazione” e uno in quella amministratrice.
Entrambi i protagonisti del presunto accordo respingono con sdegno la veridicità del documento. Per Verdini, “lo pseudo-documento circa un presunto e fantomatico accordo di non belligeranza fra Pdl e Pd che sarebbe stato sottoscritto da me e dall’ex deputato del Pd e sindaco di Siena, Franco Ceccuzzi, è totalmente falso, inventato di sana pianta, una polpetta avvelenata”. Verdini si riserva di “perseguire ogni via legale contro chiunque persevera” ad attribuire a lui un ruolo. “Diffido chiunque – continua – dall’attribuirmi questa bufala totale, invito le Procure di Siena e di Firenze a un minimo di serietà, a evitare di dare peso a simili fandonie, peraltro diffuse nel pieno di una campagna elettorale assai delicata, alimentando una possibile, quanto inesistente, responsabilità del Pdl nello scandalo e nella gestione dell’Mps e di Antonveneta”.
Parla di “polpetta avvelenata” e “atto intimidatorio” anche Franco Ceccuzzi: “Smentisco categoricamente di aver mai siglato con Denis Verdini o Angelo Pollina del Pdl un qualunque accordo o firmato un qualunque documento relativo a Banca Mps o alle problematiche di governo del territorio senese. Si tratta di un atto palesemente falso, tanto da non essere né firmato né siglato dal sottoscritto. Qualcuno – aggiunge – sta disseminando polpette avvelenate per interrompere il percorso per la mia candidatura a sindaco di Siena”.
Intanto Gianluca Baldassarri, ex capo dell’area finanza di Mps detenuto a San Vittore, ha riferito al gip durante l’interrogatorio di garanzia che la ristrutturazione di Alexandria “era stata decisa direttamente dal direttore generale (Vigni, ndr) senza che il comitato finanza prendesse una decisione poiché aveva competenze solo sul passivo”. Ma per il gip, Baldassarri “può indubbiamente definirsi il regista” dell’operazione, come scrive nelle 26 pagine dell’ordinanza di detenzione.
Da il Fatto Quotidiano del 19 febbraio 2013 – Aggiornato da redazione web alle 11.38 del 19 febbraio 2013