Giustizia & Impunità

Piemonte, assessore indagato per corruzione. Cota respinge dimissioni

Cuore dell'indagine della Procura di Novara un sistema basato sul presunto scambio di favori tra Massimo Giordano, l'ex responsabile della segreteria politica del governatore e la moglie Isabella Arnoldi (portavoce dell’assessore ora candidata al Senato per la Lega) con una decina di imprenditori e professionisti. Il governatore: "Mi ha confermato la sua estraneità"

Un altro fulmine si abbatte sulla giunta leghista del Piemonte. L’assessore allo Sviluppo economico Massimo Giordano, ex sindaco di Novara, è indagato per corruzione insieme a Giuseppe Cortese, ex responsabile della segreteria politica del governatore Roberto Cota, consigliere di Alenia Aeronautica e ora rappresentante della Regione alla Cabina di regia dell’Expo 2015. Una serie di perquisizioni della Guardia di Finanza e della polizia nelle abitazioni dei due e negli uffici della Regione Piemonte hanno svelato l’iscrizione nel registro degli indagati del politico. In mattinata l’assessore ha rimesso il suo incarico nelle mani di Cota, che però ha respinto le dimissioni. Tuttavia il Partito democratico incalza: “Cota è ormai avviato sulla strada di Formigoni”.

L’indagine è condotta dal procuratore capo di Novara Francesco Saluzzo insieme ai sostituti procuratori Olimpia Bossi e Nicola Serianni e ruota intorno a un sistema basato sul presunto scambio di favori tra Giordano, Cortese e la moglie Isabella Arnoldi (portavoce dell’assessore ora candidata al Senato per la Lega) con una decina di imprenditori e professionisti. Il sistema sarebbe stato attivo tra Novara e Torino dalla fine del 2007. Allo stato i magistrati stanno cercando di approfondire cinque episodi: oltre alla corruzione, le ipotesi di reato sono concussione e abuso d’ufficio. Uno degli ultimi “favori” sarebbe la creazione di un quotidiano locale di politica ed economia, il Nord Ovest, nato per volontà politica grazie all’aiuto di alcuni imprenditori novaresi. Il giornale, la cui redazione di Novara è stata perquisita, sarebbe nato per sostenere l’attività politica di Giordano: i “padroncini” che hanno finanziato questa impresa editoriale sono gli stessi che in passato hanno ricevuto sostegni dall’assessorato di Giordano. Tra i finanziatori c’è Andrea Giacomini, della famiglia di produttori di rubinetti finita al centro di un’indagine per frode fiscale e riciclaggio. Tuttavia, se in quel caso l’imprenditore riveste un ruolo di accusatore dei parenti, ora Giacomini è indagato. Un episodio significativo nella vita di questo giornale è il fatto che a pochi mesi dalla nascita e con l’avvio della campagna elettorale il direttore Gianni Pintus sia stato estromesso facendo spazio a Leonardo Boriani, ex direttore de La Padania passato attraverso la fallimentare esperienza de ilVostro.it.

“Io sono assolutamente sereno, non ho nulla da nascondere né da temere – ha fatto sapere Giordano in un comunicato sostenendo – che non sussistono più le condizioni per proseguire con la mia attività amministrativa”. Ha offerto al governatore suo concittadino le dimissioni, ma Cota le ha respinte: “Mi ha confermato la sua estraneità ai fatti”. Pure il gruppo consiliare ha fatto quadrato intorno all’assessore: “Siamo convinti che Massimo Giordano potrà chiarire in modo preciso e puntuale ogni addebito dell’inchiesta – ha dichiarato Mario Carossa -. A Massimo, sulla cui onestà non c’è da dubitare, va tutta la nostra stima sia come uomo sia come amministratore”.

Il Carroccio, in queste settimane al centro di indagini come quella su Finmeccanica, Quote latte e sulle spese dei gruppi parlamentari (in cui è coinvolto Cortese), esprime dubbi sui tempi delle perquisizioni parlando di “giustizia a orologeria”, una critica respinta con forza dal procuratore capo Saluzzo: “Insieme ai sostituti che seguono le indagini ho ritenuto che non si potesse rinviare nemmeno di un giorno”. Poi il pm ha escluso che l’indagine coinvolga Finmeccanica, come si poteva ipotizzare inizialmente in quanto prima Giordano e poi Cortese sono stati consiglieri d’amministrazione di Alenia Aeronautica, la società della holding che a Cameri (No) costruirà gli F35.