Il popolo del mattone senza licenza risponde compatto all’appello del Pdl napoletano. “Nessuna illegalità, chiediamo solo l’esercizio di un diritto – spiegano i politici promotori del convegno di Sorrento dal titolo “Condono edilizio, Condono Tributario”. Vogliamo accedere al condono del 2003, vietato ai cittadini campani da una delibera della giunta Bassolino”. Il teatro Tasso è pieno. Applaude. Grida slogan pro Berlusconi e contro Bersani e Di Pietro “che ha tante case – incita il senatore Carlo Sarro – mentre io, che faccio l’avvocato da trent’anni, ho appena due appartamenti…”. Nell’ultima legislatura, Sarro è stato promotore degli emendamenti per riaprire il condono in Campania e fermare le demolizioni, naufragate tra i veti incrociati e il niet del Capo dello Stato. Il pubblico in sala è tutt’altro che disinteressato. “Per aver realizzato 40 metri quadri per sistemare mio figlio – spiega un anziano di Sorrento – mia moglie è stata condannata. Perché non ho comprato una casa invece di realizzare un abuso? E i soldi chi ce l’ha”?
In Campania pendono 67.000 sentenze di demolizione passate in giudicato. Altre 200.000 in arrivo. E finora la Procura generale di Napoli ha fatto abbattere solo 140 manufatti. “Con questo ritmo – spiega Sarro – ci vorranno 1500 anni…”. Intanto il Pdl punta ai voti. Subito. Promettendo un condono che nella legislatura appena trascorsa non ha realizzato, nonostante una maggioranza schiacciante. Perché continuare a dargli credito e voti? “Perché – risponde a Sorrento – sono gli unici che parlano di condono. Se qualche altro partito lo inserisse nel proprio programma, non avrei difficoltà a sostenerlo” di Vincenzo Iurillo e Andrea Postiglione