Nei giorni scorsi sono arrivate notizie di cronaca giudiziaria di particolare peso: dall’indagine su Mps alla chiusura dell’inchiesta sulla Fondazione Maugeri, dalla sentenza d’appello su Abu Omar all’arresto dell’ad di Finmeccanica. Banchieri, politici, imprenditori, uomini dei servizi e delle istituzioni sotto processo.
Ma allora è vero che questi “pm giacobini” (il refrain è tornato) sovvertono l’ordine delle cose e vogliono controllare il Paese?!… peccato che la legge è (dovrebbe essere) uguale per tutti. Questo principio fondante anche della nostra Costituzione si attua soprattutto proprio quando il controllo di legalità riesce ad arrivare a tutti i livelli, senza guardare in faccia a nessuno. Il nostro è un Paese con una lunga storia di potere corrotto, economico e politico.
Non è un’opinione dei Pm giacobini ma della principale agenzia indipendente in questo tema: Transparency International. Se vogliamo che l’indipendenza della magistratura serva a qualcosa, dobbiamo pretendere che il controllo di legalità sia efficace ed effettivo soprattutto nei confronti di chi ha la responsabilità (oltre al privilegio a volte…) di gestire potere economico e politico. I Pm non devono essere leoni sotto al trono, capaci solo di inseguire ladri di galline, rapinatori e altri brutti ceffi… Per fare quello poteva andare benissimo anche l’ossequiosa e burocratica magistratura degli anni fascisti.
Naturalmente indipendenza e potere giurisdizionale richiedono grande professionalità e senso dell’equilibrio. Ma seppure con tanti difetti e bisogno di riforme, resto convinto che il nostro Paese abbia un bisogno essenziale di pubblici ministeri capaci e indipendenti, che possano indagare in tutte le direzioni e ad ogni piano, senza altro fine che il rispetto della legge e l’inveramento del progetto costituzionale. Il fatto che ciò appaia intollerabile e sovversivo per molta politica lo dimostra ulteriormente.