Il Professore sostiene che Berlino non voglia i democratici a Palazzo Chigi, ma in serata arriva la smentita: "Mai parlato di elezioni italiane". Poi attacca gli elettori del Pdl: "Se gli italiani votano ancora Berlusconi, il problema non è lui ma siamo noi italiani"
Mario Monti a caccia di consensi prova a usare Angela Merkel come arma elettorale tentando di rastrellare voti sfruttando la sua credibilità all’estero. E sposta la sua invettiva dal Cavaliere ai suoi elettori perché “se gli italiani votano ancora Berlusconi, il problema non è lui ma siamo noi italiani”. Un attacco volto a pescare nel bacino degli indecisi e dei delusi del Pdl, visto che negli ultimi sondaggi la sua lista oscillava tra il 9 e 10%. Ospite dell’Adnkronos, a tre giorni dalle elezioni accusa il leader del centrodestra di fare un uso illegale dei sondaggi e smonta la tesi che sostiene l’accordo post voto tra democratici e Scelta civica, “un’affermazione falsa e illegale”. Poi chiama in causa la cancelliera tedesca, che aveva tirato la volata al Professore in occasione del Consiglio europeo, e ne interpreta le speranze. Lei, dice, “teme l’affermarsi di partiti di sinistra” nell’anno delle elezioni in Germania e crede “che non abbia nessuna voglia di vedere arrivare il Pd al governo”. Una posizione smentita dal portavoce della cancelliera che in serata su twitter puntualizza: “Non si espressa sulle elezioni italiane e non lo ha fatto neanche in passato”.
Ospite dell’Adnkronos, il Presidente del Consiglio torna sulle critiche rivolte all’Italia quando il Cavaliere era ancora a Palazzo Chigi, ma ammette che se alle prossime politiche sarà scelto ancora una volta, allora sarebbero gli italiani da biasimare. Più volte, prosegue, gli è stato chiesto “come potete avere questo strano primo ministro che fa queste cose e fa queste dichiarazioni. Io l’ho sempre difeso, noi italiani l’abbiamo eletto tre volte. Forse la prima volta è dipeso dal potere mediatico, ma se lo votiamo la quarta volta agli occhi del mondo l’imputato di stranezza non sarà Berlusconi ma gli italiani”. In più l’ex premier “dice che in base agli ultimi sondaggi questo centro è probabile che non raggiunga il dieci per cento – prosegue Monti -. Gli ultimi sondaggi si possono usare o no? Non credo che sia legale usarli”. Ritiene inoltre che ci sia il “condensato della falsità, perchè non è affatto vero” nell’affermazione che “Monti ha già deciso con la benedizione della Merkel che collaborerà con il Pd”. E se dovesse vincere Berlusconi? “Se vince si sfascia l’Italia – ha dichiarato – Non credo proprio che gli italiani lo vogliano per la quarta volta e all’estero non si capaciterebbero se questo fosse l’esito perché l’hanno conosciuto e non tutti vorrebbero rivederlo, dà una certa preoccupazione”.
Mentre la Merkel prende una posizione diplomatica, la stampa tedesca ha già manifestato di avere idee molto chiare sull’ipotesi di ritorno di Berlusconi. L’apprensione a Berlino, di fronte al recupero del leader del Pdl, è forte e nello scenario riportato dal New York Times per vari esponenti del governo tedesco “Berlusconi non è il loro uomo”. In Germania ricorre ormai da giorni – e rimbalza da tv a carta stampata – il titolo allarmato su mercati che “tremano” per un come-back del Cavaliere e anche per Standard & Poor’s riforme e crescita sono a rischio se l’esito del voto sarà incerto. La Sueddeutsche Zeitung martedì ha preso posizione aprendo con toni forti – “Berlino mette in guardia da Berlusconi” – scardinando il principio della non-interferenza, in un commento titolato “finalmente qualcuno lo dice”. Se gli italiani, dice il giornale, “dovessero portare di nuovo Berlusconi al potere, tutti in Europa ne avvertirebbero le conseguenze. Ma nessuno deve dirlo prima. Lo stesso Berlusconi però, presentando la Merkel come nemico esemplare, ha dimostrato quanto sia obsoleta questa regola”. E la Faz dà la parola direttamente agli analisti dei mercati, principale timore per i tedeschi: il capo-economista della Commerzbank Joerg Kraemer definisce un’eventuale vittoria di Berlusconi come “scenario dell’orrore per gli investitori”. A scongiurare la vittoria del Cavaliere è anche il New York Times, che auspica la coalizione post voto tra Monti e Bersani.
Nel corso del suo intervento all’Adnkronos, Monti non perde occasione anche di parlare del Movimento 5 Stelle, “interessante” da capire perché “Grillo è un fenomeno molto importante”. Infatti “loro sono protesta e protesta, noi siamo protesta e proposta e, credo di averlo dimostrato, con capacità di governo”. Monti osserva che “ha capacità di mobilitazione straordinarie” ma, a differenza di lui “non ama il dialogo”. “Io credo nel dialogo e non riuscirei a riempire le piazze – puntualizza il presidente del Consiglio – ma trovo più costruttivo riunirmi con dieci, cento e a volte più persone lasciando spazio adeguato al dialogo”.
Sul fronte del centrosinistra è convinto che se Matteo Renzi avesse vinto le primarie, Scelta civica avrebbe avuto uno “spazio minore rispetto a quello grande che c’è adesso”. Ricorda che esponenti che si riconoscevano nelle posizioni del sindaco di Firenze “sono venuti da noi” e” speriamo che si sentano più a loro agio nel fare le riforme”. Ma riconosce che “alla vittoria di Bersani nell’esercizio delle primarie, che merita ammirazione”, non è seguita “molta apertura verso coloro che esprimevano le posizioni di Renzi” e questo ha “aumentato la necessità della nostra iniziativa politica e lo spazio che ha”.