Le interviste che ho letto in queste utime ore su Il Fatto Quotidiano realizzate martedì 19 febbraio mi confermano che quasi nessuno ha capito cos’è il voto disgiunto. E quindi tanto per cominciare pretendiamo che sia spiegato.
Alle Regionali l’elettore ha dei diritti in più rispetto a quelli che ha alla Camera e al Senato. Può indicare scrivendo una preferenza chi vuole che sia consigliere regionale nella lista che vota. E può indicare – col voto disgiunto al Presidente – chi vuole che governi la Regione, se prende atto che il candidato presidente collegato alla lista che ha scelto non ha possibilità di vincere (o se per altri motivi non lo vuole appoggiare). Il voto che conta forse di più è quello di appartenenza, di identità, di rappresentanza, e va alla lista. Dopodiche è il caso di prendere atto che per la Presidenza e il premio di maggioranza la contesa in Lombardia è tra Maroni e la sua coalizione e Ambrosoli e la sua coalizione.
Il voto alla candidata Presidente 5 Stelle, come a tutti i candidati Presidenti destinati ad arrivare dal terzo posto in giù, non serve a nulla, è buttato. Per quelle liste conta solo il voto di lista. E’ sul voto di lista che vengono ripartiti i seggi. Se uno vota solo un candidato presidente, che non sia Ambrosoli o Maroni, butta il voto. Solo i primi due candidati Presidenti entrano in consiglio. Se invece dà il suo voto – magari come voto disgiunto – a uno dei due probabili presidenti ne può determinare la vittoria. Una vittoria piena, dato che c’è il premio di maggioranza.
L’elettore 5 Stelle non deve per forza seguire il ragionamento un po’ fanatico – e assolutamente infondato dal punto di vista scientifico – secondo il quale Ambrosoli e Maroni sono la stessa cosa. Può decidere di confermare innanzitutto il suo voto alla lista 5 Stelle – scegliendo anche un consigliere, magari la stessa Carcano che formalmente corre da Presidente – e poi con il voto disgiunto che la legge elettorale regionale gli consente può indicare il Presidente “meno peggio”, meno distante. Può scegliere a quale Giunta fare opposizione.
A me pare che il ruolo di 5 Stelle sia più interessante e pieno e stimolante all’opposizione di una Giunta di centrosinistra che non a una di centrodestra. Ma se questa può essere un’opinione, è invece certo che un ritorno della Lombardia al blocco berlusconian-leghista, anche se questa volta con la Lega davanti, sarebbe un passo indietro per tutti. Il voto alla lista 5 Stelle – o alla lista di Albertini – e ad Ambrosoli come Presidente è il voto disgiunto vero sul quale ragionare in questi giorni. Non c’è neanche bisogno che la candidata Buitoni di Monti voti la lista civica di Ambrosoli, voti pure la sua di lista, che magari toglie un seggio a Lega o Pdl se finiscono all’opposizione. Purché dia un voto come Presidente ad Ambrosoli. Del quale tutto si può dire, tranne che sia uguale a Maroni! (chiedere anche a Finmeccanica).