Presso lo stand della Regione Campania alla BIT (Borsa Internazionale del Turismo) di Milano era presente lo stato maggiore delle istituzioni pubbliche campane: il presidente regionale Caldoro e il sindaco De Magistris, ma anche Pentangelo e Maddaloni, rispettivamente presidente (facente funzioni) della Provincia e numero uno della Camera di commercio. Tutti assieme e senza differenze di colore politico per promuovere l’edizione 2013 dell’America’s Cup World Series, che tanto successo ha già ottenuto l’anno scorso. Non si tratta della Coppa America vera e propria, ma di un evento sportivo gestito da una società che fa capo al Defender – il detentore – del trofeo sportivo più antico del mondo, Team Oracle Racing di Larry Ellison, re del software gestionale e uno dei 10 uomini più ricchi del pianeta.
L’America’s Cup verrà messa in palio nel settembre 2013 a San Francisco, quando Oracle incontrerà il migliore degli sfidanti, il vincitore della Louis Vuitton Cup. Gli italiani potranno ancora una volta tifare per Luna Rossa, che dovrà vedersela con gli ‘amici’ storici di Team New Zealand e con Artemis, team svedese guidato da Paul Cayard, volto ben conosciuto per i suoi trascorsi al timone de Il Moro di Venezia negli anni ’90. Le World Series sono dunque una sorta di road show per promuovere l’evento e consentire, con scarsi risultati a causa del difficile momento, ai team di reperire sponsor per accedere all’America’s Cup vera e propria. Il valore sportivo dell’evento è limitato, ma Venezia e Napoli, le tappe italiane del 2012, hanno riscosso un grande successo sia di pubblico che mediatico. Più per merito della passione italiana per questa sfida velica che per lo show messo in piedi dagli americani che, proprio in California, a San Diego, ebbe nel novembre 2011 il suo flop più clamoroso.
Sarebbe dunque l’America’s Cup a dover ringraziare l’Italia per un successo che in patria stenta a ottenere e, in effetti, il rappresentante americano si è sperticato in grandi lodi per Napoli. “Il più bell’evento dell’America’s Cup si è visto l’anno scorso a Napoli – ha dichiarato Tom Ehman – Noi usiamo quelle immagini per promozionare l’evento a San Francisco e l’Italia è la nazione numero uno per l’interesse verso la Coppa”. Si tratta di una piccola bugia, in realtà è la Nuova Zelanda la ‘nazione dell’America’s Cup’, ma tali complimenti erano dovuti perché solo Napoli è stata disposta a pagare una cifra fuori mercato per avere l’evento: 4,2 milioni di euro che si vanno ad aggiungere ai 5 pagati lo scorso anno (Venezia dichiarò di aver versato solo 750mila euro a evento, ma è pur vero che poi gli americani hanno cancellato la tappa 2013 già programmata, e un tentativo di accordo stragiudiziale è ancora in corso). Napoli reputa che l’America’s Cup World Series sia un investimento strategico, così per il 2013 sono stati stanziati altri 6 milioni di fondi europei per organizzare e promuovere l’evento.
Dieci milioni per una manifestazione di relativa importanza sono troppi? Per meglio capire il senso di questi investimenti rispetto alle emergenze quotidiane della città, la risposta spetta alla società di scopo, ACN (America’s Cup Napoli) e a fonti di Comune e Regione. Tutti gli attori coinvolti sottolineano come il ritorno del 2012 sia stato pari a 36milioni di euro (studio di Deloitte), mentre i 6 milioni di fondi europei destinati all’organizzazione e promozione non avrebbero comunque potuto essere spesi per far fronte a problemi contingenti. Semplicemente non sarebbero stati stanziati oppure si sarebbero parcellizzati in tanti piccoli eventi culturali che non producono alcun volano all’economia cittadina. L’esperienza del 2012, oltre a un flusso di cassa durante l’evento, ha portato inoltre un beneficio d’immagine sensibile e duraturo. Napoli non è più la città della camorra e della spazzatura per le strade, ma è tornata nei pacchetti turistici dei tour operator internazionali. Non solo: il successo della ACWS ha aperto la strada ad altri eventi sportivi di grande risonanza, dalla Coppa Davis di tennis alla partenza del Giro d’Italia, tanto che ACN diventerà la società operativa per la gestione dei grandi eventi futuri. Dal Comune, che partecipa con 1,4 milioni di euro, sottolineano poi come l’evento 2012, con oltre 500mila persone sul Lungomare Caracciolo, abbia dato l’opportunità di ridisegnare la viabilità dell’area rendendola pedonale e ciclabile in via definitiva. Circa la congruità della cifra di denaro pubblico versata all’America’s Cup Event Autority, la convinzione dei soci di ACN (Comune, Regione, Provincia e Camera di commercio) supportata dagli studi di fattibilità, è che l’investimento rientrerà moltiplicato nel corso dei prossimi anni.
di Giuliano Luzzatto