Fermare il Declino è una novità: perciò merita attenzione, al di là degli infortuni… FiD non nasce da oscuri interessi, ma da nobili ideali. Molti dei suoi obiettivi ‘dichiarati’ sono condivisibili. Le sue proposte meritocratiche ricordano quelle che presentammo nel 2007 alle Primarie del Pd. Come M5S, Ingroia, e Monti, FiD vorrebbe moralizzare la politica e ridurre gli sprechi dello Stato. Ma la strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni…
Una mia tesi – ‘FiD vuole ridurre il welfare’ – ha suscitato le proteste – sincere – dei simpatizzanti: ‘il Programma non lo dice’. Vero. Ma i programmi elettorali, si sa, vengono edulcorati dai calcoli elettorali. Le vere intenzioni dei promotori emergono dai loro interventi precedenti. Partiamo dunque dal welfare, ultima delle mie preoccupazioni.
Le idee sul welfare assomigliano a quelle dei repubblicani USA più estremisti: “Per raggiungere il successo economico esistono due strade. La prima consiste nel creare valore. La seconda … consiste nell’appropriarsi del frutto di sforzi e sacrifici altrui … Basta legalizzare la sottrazione” tramite i “servizi sociali…” e il “welfare” (Scacciavillani, 6/1/13).
FiD dimostra di non capire la crisi. Partiamo dagli spread. “Una perniciosa fantasia (1, 2) diventa ogni giorno più popolare: la Banca centrale europea ha in mano … la soluzione della crisi del debito sovrano, ma si rifiuta di usarla. [Secondo tale fantasia] la Bce stabilizzerebbe i mercati e ridurrebbe i tassi d’interesse che i governi devono pagare… Questo permetterebbe alle banche…di ricapitalizzarsi grazie alla rivalutazione del portafoglio che tale variazione di prezzo indurrebbe… La riduzione delle tensioni sul proprio debito permetterebbe ai paesi in difficoltà…misure di stimolo alla crescita. [Queste tesi] sono destituite di ogni fondamento” (Bo. 2011). Il 26/7/12 Mario Draghi annunciò di voler mettere in pratica (a metà) la “perniciosa fantasia”. E FiD: “Spara solo coriandoli!” (Sc. 2012). “La Bce non può intervenire, per Statuto!”, è “roba neo-marxista”, “le banche centrali non lo possono fare… è una dura realtà che dobbiamo riconoscere…” (Bisin 10/8/12). Ma gli spread scesero (a metà), e la crisi rientrò. Tuttavia FiD non ne ha tratto alcuna lezione: ha una concezione ottocentesca della finanza, che predata la nascita delle banche centrali.
Sulla crisi dell’economia reale, cosa dicono a FiD?
FiD compete con Monti per il ruolo di ‘guardiano dell’Europa’, affinché dall’Italia non vengano stimoli all’evoluzione dell’Eurozona. “Basta criticare la Merkel! è un gravissimo errore attribuire la responsabilità della crisi… all’Euro” (Bo. 2012). Invitano la Germania a tradire gli impegni formali assunti al G20, e a scaricare l’onere del riequilibrio commerciale sugli altri. Richiesta poco patriottica, oltre che inefficiente.
Ma se davvero hanno sbagliato quasi tutto, perché insistono? “In chiunque alberghi la speranza che si adottino le riforme … deve anche sperare che la Bce… continui a tenere i governi sulla corda, torcendo loro il braccio perché almeno qualche cambiamento lo introducano”. W la crisi! “La soluzione ‘politica e mediata’ non è possibile… solo una soluzione ‘tecnocratica fortunata’ (Bo. 2011). Se la democrazia non può produrre le agognate (nobili) ‘riforme’, la crisi (v. 11° par.) può aiutare la tecnocrazia ad imporle a furor di popolo”. Qui c’è tutto il fallimento morale di FiD, che ignora la lezione di Re Salomone sul ‘bambino conteso’. Preferiscono affondare milioni di famiglie disoccupate, piuttosto che perdere l’occasione delle agognate riforme. Ma che l’elettorato non lo sappia. E neanche gli attivisti.
Cari amici, così non ne usciamo.