Si era detto Tsunami tour, e così dovrà essere fino alla fine. La mattina del comizio a Roma di Beppe Grillo comincia nei parcheggi di mezza Italia, alle periferie delle città aspettando un pullman. Sono le 8.45 e a Cesena, davanti al Pala Congressi, arrivano in un centinaio.
Nevica e le strade sono ghiacciate, ma nessun cambio di programma. Questa è la sezione di Dario Fo e Franca Rame (nei mesi estivi vivono a Cesenatico), a maggior ragione è vietato mancare. Bagagliai pieni di libagioni, barzellette e politica. Il clima è festoso, una di quelle occasioni per le quali probabilmente varrà la pena dire “io c’ero”. Finché giravano su di un social network, Facebook o Meet Up che fosse, sembrava impossibile e poi a vedersi lì tutti sotto gli ombrelli a fare l’appello invece diventano realtà. “Si parte”. Il via lo dà Natascia Guiduzzi, il referente del gruppo a Cesena, poi si contano le teste e ora di affrontare la discesa.
“Su questo pullman ci sono i ragazzi che vengono dalla Romagna, da Cesenatico a Savignano fino a Cesena. Alcuni di noi torneranno stanotte, per essere poi a casa domani, altri pernotteranno nella capitale”. Obiettivo finale, arrivare in piazza San Giovanni la meta sulla quale i giornali hanno ricamato a non finire e che sembra non arrivare più. Ma è il gran giorno e le ultimi indicazioni passano per il microfono dell’autobus a fianco del conducente: “Vi avvisiamo che viaggeranno con noi tre giornalisti del Fatto Quotidiano. Se qualcuno non vuol farsi riprendere lo dica subito”. E dal fondo subito la battuta: “Chiamiamo Casaleggio per sapere cosa dire e cosa no?”. Una risata e poi l’applauso. Si può cominciare.
I passeggeri sono attivisti storici dei circoli, ma anche simpatizzanti che “Ci hanno contattato e chiesto di partecipare al viaggio”. Così a fianco dei candidati al parlamento Ivan Brunetti, Amadei Imerio, Eleonora Ghinelli candidati alla camera, compare anche qualche imprenditore, studenti e amici di amici. E se la serata comincerà solo alle 18, sul pullman già cominciano gli interventi.
“C’era una volta un ragazzo nato nel granducato di Cesenatico, – Alberto Papperini, consigliere comunale racconta al microfono la storia che ha scritto per gli amici, – e poi una volta che è diventato grande ha cominciato a studiare i bilanci dei consigli comunali per capire perché ci fossero così tante tasse. È la storia di una partecipazione, cominciata nel 2011 e che continua fino ad oggi”. Si parla di politica e vita di tutti i giorni nei comuni dove le attività a 5 Stelle sono già cominciate, ma i pensieri sono tutti per stasera e per il fatidico giorno dopo le elezioni. “Il voto è un mezzo, – dice Papperini, -non sono così concentrato sull’esito elettorale. L’importante è mettere qualche ragazzo in Parlamento. Io sono molto fiducioso. Speriamo che il nostro progetto si evolva in maniera ancora più positiva”. Imerio Amadei aggiunge: “Io invece, mi aspetto di vedere molta gente commossa oggi in piazza, perché le vere vittorie non sono quelle che fan battere le mani, ma quelle che fan battere i cuori”.
Solo dall’Emilia Romagna, terra dei primi successi del Movimento Cinque Stelle, arriveranno a Roma oltre duemila persone. Due i pullman pieni partiti da Bologna, a cui vanno ad aggiungersi almeno altre due corriere da ogni provincia. I posti sono esauriti ovunque, tanto che alcuni hanno deciso di mettere a disposizione l’auto per gli ultimi aggiunti. Per chi non è riuscito ad avere un posto, ci penseranno i maxi schermi in piazza nelle varie città d’Italia.
Le ore di viaggio sono tante, ma non mancano le storie, come l’aneddoto di padre e figlio partiti insieme verso Roma: “Il ragazzo ha visto partire il padre per i funerali di Berlinguer ed era piccolo: ricorda solo quella bandiera rossa – racconta Eleonora Ghinelli, – Ora ritorna a Roma a San Giovanni insieme al papà. “Ho capito finalmente perché si può piangere anche per la politica”, la frase del ragazzo poco prima di partire.
di Martina Castigliani e Emiliano Liuzzi