Generali archivia il 2012 con una raccolta premi che sfiora quota 70 miliardi (+3,2%) grazie al contributo di Germania ed Europa dell’Est. Debole invece l’Italia che con un calo dello 0,5% segna il peggiore andamento tra tutte le aree geografiche del Leone di Trieste. “I premi sono leggermente sopra le nostre stime. La crescita è stata particolarmente forte nei mercati emergenti”, ha commentato in un un report Michael Klien,analista presso la banca d’affari giapponese Nomura. “Ora il focus sarà sugli utili 2012 e anche sui miglioramento nel bilancio”, aggiunge l’analista. Immediata la reazione in Borsa il titolo oggi ha guadagnato l’1,8% portandosi a 12,68 euro.
Bene tutte le divisioni del gruppo. I premi vita raggiungono i 46,8 miliardi di euro (+3,1%) con buone performance in particolare delle linee risparmio (+5,8%) e protezione (+3,2%). I premi danni si attestano a 22,8 miliardi (+3,3%), con un andamento positivo sia nel comparto Non Auto (+4,6%) che nel comparto Auto (+1,4%). Per conoscere i dati di bilancio bisognerà attendere il prossimo 14 marzo (il 13 si riunirà il board). Gli analisti però sono ottimisti. La crisi infatti non fa poi così male alle compagnie. A dirlo non è solo la denuncia di oggi dell’Antitrust secondo cui il costo del premio medio in Italia è più del doppio di quelli di Francia e Portogallo, supera quello tedesco dell’80% circa, a testimoniarlo sono anche i conti del settore.
Giovedì 22 il colosso tedesco Allianz, prima compagnia assicurativa europea e quarta nel ramo danni in Italia con una quota dell’11% ha comunicato che la controllata italiana ha chiuso il 2012 con un boom di utili operativi: +39% a 899 milioni di euro nel danni. Il segreto? La forte esplosione dei margini. Da un lato, infatti, crescono i premi incassati dalle compagnie dall’altro crollano i risarcimenti per incidenti. Il pessimo andamento del traffico e il caro benzina hanno a ridotto all’osso gli incidenti stradali. Con la crisi a festeggiare sono i conti delle compagnie assicurative.
Allianz Italia non è un caso isolato. Secondo una fonte presente ieri ad un incontro a porta chiuse tra il management di Unipol e alcuni gestori al Grand Hotel et de Milan, il management del gruppo assicurativo ha confermato l’ottimo andamento dei margini. Il rapporto tra premi incassati e spese generali (in gergo combined ratio) del gruppo che dopo la fusione con Fonsai sarò il leader italiano dell’Rc Auto è già vicino al 90%. Solo pochi anni fa questo indice di efficienza si avvicinava al 100% ovvero a mala pena il settore RcAuto delle compagnie copriva i costi, i guadagni arrivavano dalla gestione finanziaria. Oggi non è più così e con la crisi i conti sono migliorati.
Oltre che sui margini di Generali, il 13 marzo, gli occhi del mercato saranno puntati sulle svalutazioni. Il prossimo cda sarà chiamato a decidere l’adeguamento del valore di Telco. La holding che controlla il 22,45% di Telecom ha portato a 1,2 euro il valore di carico del gruppo tlc segnando rettifiche per 920 milioni, con un rosso nel semestre per 818 milioni. Generali possiede il 30,58% di Telco e una svalutazione analoga si dovrebbe tradurre in quasi 300 milioni di euro lordi sui conti del Leone. Secondo gli analisti l’effetto netto, però sarà “solo” di 120 milioni di euro, in parte perché alcuni titoli sono in carico agli assicurati in parte per un effetto fiscale.Conti a parte il 13 marzo sarà l’occasione per fare il punto sul piano di rifocalizzazione del business. Diversi i dossier aperti dalla vendita di Bsi e delle attività di riassicurazione in Usa alla crescita nella joint venture GPH attraverso la quale il gruppo del Leone opera nei mercati dell’Est Europa. I rumor parlano di un’offerta non vincolante per Bsi da parte della Svizzera da circa 2 miliardi di euro. Generali ha in carico la partecipazione a 2,3 miliardi di euro, ma l’offerta è comunque superiore alle aspettative degli analisti.
Seconda controllata in vendita è quello di Generali Usa Life Reassurance, società del gruppo assicurativo triestino specializzata nel business della riassicurazione negli Stati Uniti. Stando a una fonte vicina all’operazione, la valutazione dell’asset si aggira tra 800 milioni e un miliardo di dollari. Il piano di risocializzazione prevede l’espansione a Est. Il 7 gennaio 2013 il cda di Generali ha approvato l’accordo in base al quale scioglie anticipatamente la joint venture Generali, che possiede il 51% di GPH, acquista il rimanente 49% dall’imprenditore ceco Petr Kellner al prezzo di 2,5 miliardi di euro, che sarà pagato in due tranche, nel marzo 2013 (1,28 miliardi) e nel dicembre 2014 (1,23 miliardi). Il prezzo è stabilito in maniera definitiva e non sarà oggetto di ulteriori negoziazioni. Da subito Generali prenderà il pieno controllo di GPH con la facoltà di nominare il vertice manageriale al perfezionamento della prima tranche. GPH è uno dei maggiori assicuratori nel mercato dell’Europa Centro-orientale con una posizione di leadership in molti dei 14 Paesi dove opera. Ed è proprio alla luce della nuova strategia di rifocalizzazione del gruppo che ieri Banca Imi ha confermato il giudizio Hold sul titolo con un prezzo obiettivo a 13,5 euro, giudicando i target del piano industriale obiettivi raggiungibili.