Mancano due giorni al verdetto finale di questa pazzesca campagna elettorale, la prima che si svolge in febbraio, in inverno pieno, qui a Bologna nevica. Il clima in compenso è più che surriscaldato, anche se la gran parte dei comizi li abbiamo ascoltati in televisione o in teatri, se si eccettuano le piazze grilline e da ultimo il sussulto democratico di Milano e Napoli.
Una volta si diceva che le elezioni non si tenevano in autunno per non favorire chissà perché la sinistra e forse il pensiero andava alla gloriosa rivoluzione d’ottobre. in Italia ci piace strafare e dalle consuete elezioni fine primaverili o d’inizio estate, siamo saltati alla consultazione siberiana!
Il gelo in realtà è soprattutto nel cuore e nella testa preoccupata e smarrita di milioni di lavoratrici e lavoratori, pensionati, giovani disoccupati o precari, artigiani e piccoli imprenditori con l’acqua alla gola, professionisti e artisti in panne, angosciati per le crescenti difficoltà economiche.
Auguriamoci che il gelo si trasformi in un atto politico caldo, in una riscossa positiva della volontà di cambiare, di mettersi alle spalle questo lungo declino, superando lo stato di rabbiosa rassegnazione che suscitano le giaculatorie sermoniche di Grillo e le disperanti promesse dell’ultimo cavaliere, quello dei rimborsi IMU falsi, mandati nelle case degli attoniti elettori.
Scegliere in questa circostanza, in un Paese provato dalla lunga crisi, stremato dagli scandali, condizionato dal contesto europeo che pone vincoli al bilancio e alla spesa pubblica, è veramente difficile ma la necessità di una svolta è proprio per tali ragioni più che mai urgente e necessaria.
Un voto a sinistra, per un futuro meno incerto e oscuro: consapevoli che le forze di sinistra hanno certo le loro responsabilità, soprattutto nell’essersi divise nell’opposizione alla destra e nell’aver assimilato parte di quei mali che hanno portato discredito all’intero sistema politico italiano.
Perché non c’è dubbio che la condizione disastrata in cui Berlusconi e la Lega hanno condotto l’Italia, non ha eguali, da questo burrone bisogna risalire e le ricette grilline non sono quelle più efficaci e nemmeno realistiche, l’euro è una scelta irreversibile e la guerra contro tutti, confonde e non fa comprendere la realtà delle cose.
I veri nemici del risanamento del Paese sono annidati in quella classe dirigente della destra che he detenuto il potere in tutto questo lungo periodo che ha consentito la grande evasione fiscale, la distruzione del territorio, ha reso legale il falso in bilancio e ha sperperato il denaro pubblico per clientele e lottizzazioni (remember l’Aquila), ha assistito ignava alla rarefazione del nostro apparato industriale e alla dequalificazione delle capacità competitive dell’intero sistema produttivo, in particolare al Sud.
Un voto che si può esprimere con una fiducia misurata, perché sappiamo che ci sarà bisogno di una vera svolta non solo nei contenuti, ma ancor prima nel metodo di governo, abbiamo già patito delusioni e bruschi arretramenti ma in questo momento la necessità di cambiare l’indirizzo politico è prioritaria e assoluta.
Monti si è maldestramente interposto in questa gara determinando una situazione di maggiore difficoltà al raggiungimento di una solida maggioranza e per questo sarebbe stato necessario che tutte le forze di sinistra fossero più unite (la destra questo errore non lo commette anche a scapito di ogni discorso di coerenza).
Si può ancora rimediare, il voto può essere espresso considerando che al Senato il centrosinistra ha più difficoltà a raggiungere la maggioranza e lì si giocherà la partita decisiva per il futuro governo: Rivoluzione civile può generosamente e utilmente contribuire a questo risultato, accantonando le polemiche, per una sinistra in Parlamento più forte, nella prospettiva troppe volte frustrata di una compagine finalmente unita. Il voto a Sinistra ecologia e libertà risponde esattamente a quest’esigenza.