Il candidato del centrosinistra: "Possiamo vincere. C'è un elettorato che in buona fede ha creduto in Berlusconi, ora comincia ad avere problemi". Nanni Moretti: "Voto Pd, nonostante lo slogan sul giaguaro..."
Ultima giornata di campagna elettorale e da domani sarà il silenzio, obbligatorio, alla vigilia del voto del 24 e 25 febbraio. In attesa per il comizio di chiusura dello Tsunami tour di Beppe Grillo a san Giovanni a Roma, i leader politici continuano a sfidarsi sul terreno dell’Imu e fanno gli ultimi comizi e appelli, in piazza e in tv. Anche il candidato del centrosinistra Pier Luigi Bersani chiude nella Capitale, al teatro Ambra Jovinelli, mentre Silvio Berlusconi, capo della coalizione di centrodestra, aveva scelto Napoli (la Campania è tra le regioni cruciali da conquistare), ma ha dovuto rinunciare per una congiuntivite. Mario Monti invece chiude a Firenze perché, ha spiegato, “è la capitale del rinascimento: sono convinto – ha detto – che l’Italia debba rinascere e oggi, con questo voto, possa prendere il via un processo di rinascita fondato sulle stesse basi del rinascimento, ovvero cultura, lavoro e talento”.
Bersani chiama anche i delusi del Pdl: “Non li snobbiamo”
Bersani allo Jovinelli si definisce stanco perché la campagna elettorale del Pd è stata molto lunga, visto che è partita in autunno con le primarie. “C’è la possibilità di vincere queste elezioni – ha dichiarato il candidato del centrosinistra (Pd, Sel, Centro Democratico, Psi, Moderati) – Ho girato per la terza volta in pochi mesi l’Italia, sono piuttosto stanco però noi abbiamo l’arma atomica che altri non hanno che è il popolo delle primarie e che ci farà vincere. In sei mesi abbiamo fatto le primarie per il premier, poi per i parlamentari, ma non si vince senza faticare e non si costruisce niente se non si mette un mattone sull’altro e se non si agisce nel tempo e nella continuità”. E poi un inatteso appello ai delusi del Pdl: “In queste ore c’è ancora incertezza – ha proseguito – Non sottovalutiamo il fatto che c’è una fascia significativa di popolazione che sta oscillando tra il non voto e su cosa voto. In questa incertezza spesso uno dei corpi del dilemma siamo noi: c’è un elettorato che in buona fede ha creduto in Berlusconi, ora comincia ad avere qualche problema, non parlo di miliardari. Non li snobbiamo”.
“Il contrario di populismo è popolare e popolare è guardare la gente all’altezza degli occhi – aggiunge Bersani – Dimostrare che non hai paura di un confronto con il disagio, la rabbia la disaffezione, a sentirti dire quello che non vorresti, perché la politica non è solo prendere applausi. Noi abbiamo fatto nei gruppi un rinnovamento del 70 per cento, c’è un pattuglione di giovani e il 40 per cento sarà di donne. Certo qualcuno c’è rimasto male, ma cambiare senza qualche strappo sulla giacca non è possibile”.
Poi le critiche agli avversari. Primo tra tutti Beppe Grillo: “Chi non risponde mai a una domanda non va bene, chi non mi dice come faccio a tirarlo via non va bene, perché Bersani si sa come tirarlo via. C’e’ morta della gente per avere la democrazia, non si può accettare l’uomo solo al comando. Dopodiché fare scouting vuol dire che siamo pronti a discutere ma sulla democrazia. Il Pd non molla un millimetro perché ne abbiam già viste troppe in questo paese. Non si vince alludendo alle macerie perché sulle macerie campano solo i miliardari”. E ancora: “A chi ingrossa le fila di questo messaggio di Grillo, da diverse direzioni, dico che io capisco benissimo chi è arrabbiato e siamo arrabbiati anche noi. Non è questo il punto. Il punto è ma dove vogliamo portarlo questo disagio e questa protesta? Nella direzione di uno che dice fuori dall’euro, non paghiamo i debiti. Benissimo, andiamo in Grecia e oltre ma già adesso, domani mattina”.
Poi se la prende con le bugie dei candidati e in particolare con Maroni: “Quanta gente in questi giorni mi ha tirato per la giacca, e diceva: ma sparane qualcuna anche tu… Quante ne hanno dette, si può fare la hit parade. Per me l’Oscar ce l’ha il marone di Maroni”. Il riferimento è alla “moneta” della Padania. Il Partito Democratico, invece, “non ha raccontato favole ma ha parlato di come risolvere i problemi della gente con una bella campagna elettorale”.
Moretti: “Voto Pd. Nonostante lo slogan sul giaguaro…”
Allo Jovinelli con Bersani e il candidato alla Regione Nicola Zingaretti anche Nanni Moretti: “Sono qui perché voterò Pd – ha detto dal palco – C’è un tempo per criticare i propri amici e per quanto mi riguarda dura da almeno 40 anni nella vita reale e nei film e c’è un tempo per criticare i propri avversari politici. Non capisco chi mette sullo stesso piano in Italia 2013 destra e sinistra, basti vedere l’esempio delle primarie e la straordinaria partecipazione, mentre la destra che aveva annunciato la data e i candidati poi ha detto ‘abbiamo scherzato’. Sarei stato contento se fosse nata una destra europea in Italia e invece sono andati avanti con uno solo al comando. Spero che lunedì festeggeremo la liberazione di 60 milioni di persone ostaggio degli interessi di uno solo. Cerchiamo di tornare ad essere un paese normale e al primo posto mettiamo la legalità, l’etica pubblica e il lavoro”. Moretti ha anche ironizzato assicurando che voterà Pd “nonostante lo spot ‘smacchiamo il giaguaro'”. Poi ha avvertito i dirigenti del centrosinistra: “Non vorrei essere ripetitivo ma se dovessimo vincere questa volta, fatela una legge sul conflitto di interessi ma non contro una persona ma per tutti, per mettere sullo stesso piano tutti coloro che partecipano a elezioni”.