“Mettetevi d’accordo perché c’è da mangiare per tutti”. Parla Domenico Pirozzi, detto Mimì ‘o pesante, manager del clan Mallardo, una cosca tentacolare dai svariati interessi economici e imprenditoriali oltre che criminali tra Campania, Lazio, Lombardia e collaudate “fratellanze” con le cosche calabresi, catanesi e siciliane. Mimì ‘o pesante s’interessava prevalentemente di politica, affari e progetti da realizzare per conto e per nome del clan. Una volta deciso, programmato e organizzato si attaccava al telefono e cominciava a fare lobbying trasversale: dialogava con i politici, individuava potenziali candidati da sostenere, oleava funzionari pubblici e carabinieri infedeli, consultava professionisti con studi rinomati, elargiva posti di lavoro attraverso “situazioni” di appalti e subappalti specialmente nei rifiuti con le amministrazioni locali. Quando la “documentazione”, la “concessione”, la “delibera”, “l’atto” tardava ad arrivare allora ingranava la marcia e cambiava modalità: “Scusate aggià fa ‘o
camorrist?”. Mimì ‘o pesante faceva quello che cazzo voleva.
L’inchiesta condotta dai carabinieri del Noe di Roma, coordinati dal colonnello Sergio De Caprio, il “capitano Ultimo”, su impulso della Direzione nazionale antimafia partenopea con i pm Giovanni Conzo e Maria Cristina Ribera è sfociata in una ordinanza firmata dal gip del Tribunale di Napoli, Anita Polito, ha portato all’arresto di nove persone tutte del clan Mallardo di Giugliano, nel Napoletano e mostrato uno spaccato di “alto livello” degli affari delle mafie. Le accuse per gli arrestati vanno dal voto di scambio, alle rapine, alle estorsioni e tanto per non farsi mancare niente anche allo spaccio di droga. Tutte le strategie venivano decise in una agenzia immobiliare, la “Sab”, una sorta di quartier generale occulto dove c’era la consuetudine d’incontrarsi e riflettere sul da farsi.
Ciò che colpisce è la disinvoltura di Mimì ‘o pesante, unico riferimento del clan dopo l’arresto dei fratelli Mallardo, con cui si muoveva nei diversi ambienti. Dall’inchiesta, infatti, emerge un personaggio di spessore, uno che sa stare al mondo e sa prendere le decisioni: come il “Signor
Wolf – risolvo i problemi” del film di Quentin Tarantino. E sono tanti i problemi che avrà risolto Mimì ‘o pesante, specialmente “sotto all’elezione”.
Si, perché durante le campagne elettorali i camorristi costruiscono il potere, firmando la loro polizza assicurativa, accendono il loro mutuo con i politici da assistere e soccorrere. I patti, gli accordi, le amicizie nessuno li rifiuta. I voti non puzzano e se ti presenti solo con il faccione sui manifesti, i santini e le chiacchiere allora stai fresco.
Il mitico Mimì ‘o pesante, lo sapeva bene. Tanto è vero che il “Signor Wolf – risolvo i problemi” per le elezione alla Provincia di Napoli del 2009 pare che si sia molto impegnato, tanto impegnato. Non facciamo confusione, non spargiamo sospetti facendoli passare come l’anticamera della verità: è solo casuale che la tornata elettorale sia stata vinta dal noto statista Luigi Cesaro detto Giggino ‘a Purpetta, adesso ricandidato alla Camera con il Pdl e con un curriculum vitae che parla da solo: avvocato e autista del padrino Raffaele Cutolo, inventore e capo della Nco. “Adesso noi dobbiamo
sistemare le famiglie grandi, che prendi i voti… A noi ci servono le famiglie grosse… Intanto vai là… Io ti devo dare il posto, il lavoro” è parte di una conversazione di Mimì ‘o pesante intercettata dalle forze dell’ordine.
Domenico Pirozzi faceva il suo mestiere: infiltrare la camorra nella politica per poi controllare o quanto meno condizionare la vita delle istituzioni e piegarle ai progetti della cosca. Accade ovunque: a Roma, a Bologna, a Milano. Scusate, dov’è lo scandalo? Il blitz anticamorra di ieri mattina è solo un pretesto per riflettere: è mai possibile che in questa sciagurata campagna elettorale i candidati di tutti i partiti, movimenti, liste appartenenti ai vari schieramenti non abbiano sentito il bisogno di inserire nelle proprie agende elettorali e programmi di governo la lotta alle mafie? Qualcuno l’ha fatto ma solo a chiacchiere formato panna montata.
Mi chiedo: dove sono le pratiche di legalità? E l’impegno contro la corruzione? Occorre davvero “Ripartire per il futuro” ma senza la vera politica,
non si va da nessuna parte. Ecco ne saranno felici i tanti Mimì ‘o pesante d’Italia perché – con questa cultura della politica così insensibile – continueranno a fare indisturbati i “signor Wolf”.