I premi Rc auto sono in Italia in media più elevati e crescono più velocemente rispetto a quelli dei principali paesi europei. Il premio medio – sottolinea l’Antitrust in un’indagine sul settore – è più del doppio di quelli di Francia e Portogallo, supera quello tedesco dell’80% circa e quello olandese di quasi il 70%. Una situazione che, secondo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, richiede una radicale riforma del sistema, modificando il sistema di risarcimento diretto e introducendo nuovi modelli contrattuali finalizzati al controllo dei costi per ridurre i premi.
La denuncia dell’Autorità arriva proprio quando due delle tre principali compagnie assicurative del Paese, Fondiaria Sai e Unipol, si apprestano a unire le forze, ostacoli legali e giudiziari permettendo. Una situazione che difficilmente potrà favorire quanto richiesto dal Garante, secondo il quale bisognerebbe facilitare la mobilità tra una compagnia e l’altra, introducendo sistemi di confronto semplici e rivedendo il meccanismo delle classi di merito interne. Al momento, infatti, secondo l’indagine, il tasso di mobilità tra diverse compagnie, che rappresenta un’arma a disposizione dei consumatori per stimolare la concorrenza, è molto basso, intorno al 10 per cento.
L’indagine, svolta su un campione rappresentativo dell’82% del mercato e delle polizze effettivamente pagate, conferma “tassi di crescita e variabilità dei premi non concorrenziali”. L’Antitrust ravvisa in particolare un’anomalia nelle “strutture dei risarcimenti a carico delle compagnie non efficienti in senso produttivo, anch’esse proprie di un equilibrio non concorrenziale. L’introduzione della procedura di risarcimento diretto nel 2007 non sembra aver interrotto questo circolo vizioso”. Si sta andando nella giusta direzione, insomma, ma quanto fatto finora non basta.
I più penalizzati, secondo la ricerca sono i pensionati con vetture di piccola cilindrata, i giovani con ciclomotori e i quarantenni con i motocicli. Gli aumenti annui medi delle polizze Rc Auto a livello provinciale sul periodo 2007-2010 hanno raggiunto il 20% all’anno nel caso di un neo-patentato con un’autovettura di piccola cilindrata, il 16% all’anno per un quarantenne con un’autovettura di media cilindrata, il 9-12% all’anno per un pensionato (donna o uomo) con un’autovettura di piccola cilindrata, il 12-14% all’anno per un diciottenne (donna o uomo) con un ciclomotore e superato il 30% annuo per un quarantenne (donna o uomo) che assicura un motociclo. Le province nelle quali sono stati riscontrati gli aumenti più significativi sono localizzate nella gran parte dei casi nel Centro-Sud.
Una situazione che ha spinto molti italiani a decidere di non assicurare la propria auto: secondo il Codacons l’Rc auto è in Italia “una vera e propria emergenza, al punto che ormai molti cittadini scelgono di non assicurare la propria autovettura, non potendo permettersi tariffe abnormi“. L’associazione di difesa dei consumatori segnala che sulle strade italiane circolano oggi tra i 3,5 e i 4 milioni di automobili sprovviste di copertura assicurativa.
Durissimo anche il commento Adusbef e Federconsumatori: “Cosa hanno fatto le dormienti Autorità vigilanti, come Isvap-Ivass e la stessa Antitrust, che oltre alle indagini conoscitive avrebbero il potere sanzionatorio, per impedire il sistematico saccheggio a danno degli assicurati?”, si chiedono le associazioni. “Con tutto il rispetto per l’Antitrust, non c’è più tempo né per gli appelli alla moderazione tariffaria, tanto meno per la documentazione elaborata dagli uffici studi che si tramutano nelle solite indagini conoscitive, è arrivato il momento – concludono – di sanzionare comportamenti da rapina a danno dei cittadini”.