Una rete virtuale di biobanche di diversi paesi europei che funziona come un motore di ricerca per studiare biopsie. Faciliterà lo scambio dati tra medici e ricercatori e accelererà le diagnosi di tumori, soprattutto di quelli più rari e difficili da scovare, permettendo così progressi sia nell’ambito della ricerca oncologica.
La costruzione della rete, Biopool, finanziata dall’Unione Europea per 2,5 milioni di Euro, muove ora i suoi primi passi, spiegano all’Ansa i due coordinatori del progetto, gli italiani Francesco Moscone ed Elisa Tosetti della Brunel University in Gran Bretagna. Biopool raccoglie e analizza, attraverso l’interconnessione di varie biobanche, immagini di tessuto istologico, e informazioni cliniche su di esse e sui pazienti cui appartiene il referto. Inoltre, funziona come motore di ricerca con cui cercare e confrontare immagini trovando caratteristiche simili, e diagnosticare malattie.
“Fondamentalmente Biopool tratta immagini di biopsie per la diagnosi e la cura del cancro”, spiega Moscone. Il progetto, destinato a crescere, inizialmente consentirà l’accesso a circa 7000 immagini (e relative informazioni testuali) a diverse tipologie di utenti: biobanche, patologi e altri medici ospedalieri, compagnie farmaceutiche, università e istituti di ricerca. In particolare, le compagnie farmaceutiche potranno sfruttare il software per selezionare in modo appropriato il campione di pazienti da includere nelle sperimentazioni cliniche, mentre le università potranno utilizzarlo come supporto all’insegnamento. Infine ricercatori e accademici avranno modo di utilizzare i dati estratti attraverso Biopool per effettuare studi epidemiologici o rispondere a quesiti di economia sanitaria di carattere generale. Allo stato attuale Biopool coinvolge otto biobanche europee, di Spagna e Olanda. Ma altre anche al di fuori dell’Europa, hanno mostrato interesse a partecipare al progetto.