Gli atti istruttori sono stati svolti dal procuratore aggiunto di Roma Capaldo che coordina l'inchiesta sulla scomparsa della ragazza, avvenuta nel 1983. Al momento ci sono almeno indagati tra cui un sacerdote e persone che erano vicine al boss della banda della Magliana De Pedis
Tre persone sono state sentite oggi in Procura a Roma nell’ambito dell’inchiesta sulla sparizione di Emanuela Orlandi, avvenuta nel giugno del 1983, quando la ragazza aveva 15 anni. Gli atti istruttori sono stati svolti dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo. Tra loro ci sarebbe un ex allievo della scuola di musica frequentata dalla ragazza. Altre audizioni sarebbero programmate la prossima settimana.
L’ultimo vero colpo di scena sulla vicenda si era registrato il 19 maggio quando era emerso che tra gli indagati c’era monsignor Pietro Vergari, rettore fino al 1991 della basilica di Sant’Apollinare, dove si trova la tomba del boss della banda della Magliana, Enrico De Pedis. Monsignor Vergari è accusato di concorso nel sequestro aggravato dalla morte e dalla minore età dell’ostaggio. Gli altri indagati sono Sergio Virtù, autista di De Pedis, Angelo Cassani, detto “Ciletto”, e Gianfranco Cerboni, detto “Gigetto”, stretti collaboratori del boss il cui sepolcro era stato ispezionato pochi giorni prima (senza esito). Quinta indagata è Sabrina Minardi, già amante di “Renatino”, unica supertestimone (spesso caduta in contraddizione) di questa vicenda. La procura, nell’inverno del 2009, volendo capire le ragioni della sepoltura di De Pedis nella cripta della Basilica, raccolse le dichiarazioni, come persone informate sui fatti, della vedova Carla Di Giovanni, di monsignor Vergari e dell’attuale rettore don Petro Huidobro.
Proprio dal caso Orlandi, peraltro, riparte la serie di “Inchieste” di Gianluigi Nuzzi su La7. Nei giorni scorsi il fratello di Emanuela Orlandi, Pietro, aveva lanciato un appello al Papa per ricordare “con una preghiera” la sorella in occasione dell’ultimo Angelus.