Arrivato alla conferenza stampa di presentazione in vista della partita tra Inter e Milan, l'ex presidente del Consiglio ha sparato sulla Germania, sul governo tecnico di Mario Monti e sui pm di Milano, violando - per l'ennesima volta - il silenzio pre-elettorale: "Da 150mila intercettazioni telefoniche - ha detto del caso Ruby - non è venuto fuori un reato". Poi se la prende: "Nessuna regola violata"
“Da noi la magistratura è una mafia più pericolosa della mafia siciliana, e lo dico sapendo di dire una cosa grossa”. Arrivato a Milanello per la conferenza stampa del Milan in vista della sfida di domani con l’Inter, Silvio Berlusconi non ha resistito alla tentazione di rispondere ai giornalisti che gli chiedevano un commento in vista del voto di domani e lunedì. E a chi, tra un problema agli occhi e la probabile sconfitta, se lo aspettava sotto tono rispetto ai comizi al seggio cui aveva abituato negli anni passati, il Cavaliere ha risposto infrangendo, e come, il silenzio pre-elettorale per poi negare vivacemente: “Non ho violato alcuna regola. Conclusa una conferenza stampa a Milanello in cui si era parlato soltanto di Milan e di calcio, uscendo dalla stanza, ho risposto a una domanda a margine di un giornalista amico, esprimendo un parere sulla magistratura che, per fortuna, non mi risulta sia ancora un partito politico che chiede voti ai cittadini partecipando alla campagna elettorale. Parlando di magistratura, non mi riferivo ovviamente alla grande maggioranza dei magistrati onesti e irreprensibili, ma a quella minoranza che usa la giustizia a fini di lotta politica”.
Anche Palazzo Grazioli si affanna a correggere: “Dichiarazioni rese a una tv greca con l’intesa di non essere usate fino alla chiusura delle urne in Italia”. Sarà, ma non è andata proprio così: tra una dichiarazione su Balotelli e una sulla sfida vinta con il Barcellona di Messi, l’ex presidente del Consiglio prima è riuscito a sparare a zero sul governo tecnico che ha “ridotto l’Italia sul lastrico”. Poi si è dedicato, parlando con una televisione greca, all’antica ostilità con i magistrati. “In Europa – ha detto – han messo in giro la storia che io ero irriso perché qui in Italia mi hanno fatto un attacco con il Bunga Bunga che è un’operazione di mistificazione e diffamazione che non si regge su nulla”. “Da 150mila intercettazioni telefoniche – ha aggiunto – non è venuto fuori un reato e continuano con i processi che sono stati ripresi da tutti i giornali stranieri, dove la magistratura è una cosa seria. Mentre da noi la magistratura è una mafia più pericolosa della mafia siciliana, e lo dico sapendo di dire una cosa grossa ma è così”.
Incespicando sui nomi dei primi ministri greci, Berlusconi ha criticato la Germania – che ha ridotto Atene alla fame – e ha raccontato di essersi persino offerto di comprare un’isola per risanare il bilancio ellenico. “Questa Europa sragiona – ha detto – io sono considerato un nemico dell’Europa ma io voglio più Europa”. Già, lui era “riuscito a mettere d’accordo 20 Paesi perché riuscendo a mettere un insieme esercito europeo ciascuno risparmia il 50-60% e si diventa una potenza militare europea per cui ci si può sedere a pari livello con gli Stati Uniti. Invece spendiamo di più perché Germania e Francia vogliono tenere il potere per sè”. Le parole pesanti per Mario Monti: “Ero il contraddittore di questi signori dell’austerity che adesso cercano di farmi fuori – ha detto – hanno trovato Monti che è sempre servizievole e che si inginocchia sempre a tutte le richieste della signora Merkel e ora gli spiace perderlo. Con Bersani succede la stessa cosa, io invece gli do del filo da torcere”.
Poi il giudizio sulla campagna elettorale condotta qui in Italia, di cui, va da sè, Berlusconi è “molto orgoglioso”: “Ho combattuto dall’inizio alla fine senza un momento di fermo – ha dichiarato – mi avevano detto che temevo gli incontri duri con avversari nelle cosiddette fosse dei leoni ma ho smentito tutti perché sono andato dai vari Santoro, Floris e Annunziata. Ho dimostrato di non temere nessuno e di aver fatto una campagna tutta di proposte, idee e contenuti. E’ stata una campagna molto combattuta – ha aggiunto – finalmente è finita e non c’è stato un mezzo giorno di sosta”, anche perché “in campo ci sono stati nuovi protagonisti come Monti, Giannino, Ingroia e Grillo che hanno dato filo da torcere a tutti quanti. Non ho fatto come tanti altri – si è auto-elogiato l’ex premier – mettendomi a litigare, ma ho cercato di proporre idee nuove a cominciare dalla mia idea di Stato e questo mi ha distinto da tutti i protagonisti in campo. Sono giustamente orgoglioso – ha proseguito Berlusconi- perché alla mia età non ho perso un colpo e sono riuscito a trasmettere le mie idee agli italiani per contrastare la politica economica di questo governo che ci ha portato alla recessione malgrado il debito pubblico e la disoccupazione”.
Infine Berlusconi si è concesso una battuta sulla congiuntivite che gli ha impedito di partecipare al comizio conclusivo di ieri a Napoli. “Dopo un comizio a Torino ho preso un dito nell’occhio e ho rischiato il distacco della retina”, ha detto. “Quando si fanno i comizi – ha aggiunto – alla fine c’è sempre un assalto difficile da fermare, una cosa incredibile”, ha proseguito Berlusconi. “Domani sbaglio scheda? No, non arrivo certo a quel punto”, ha aggiunto Berlusconi scherzando. Infine la battuta a un giornalista, che tradisce la vera paura elettorale: “Se arriva Grillo, manda a casa anche te”.