Un risarcimento record da 150.385 euro per “mancata stabilizzazione” è stato riconosciuto dal giudice di pace di Trapani a un docente precario di educazione fisica. Ad assisterlo nella causa contro il ministero dell’Istruzione, i legali dell’Anief, l’Associazione professionale sindacale, che hanno dimostrato “i danni subiti”.
Il Miur dovrà pagare scatti e mensilità estive per gli anni pregressi (2005-2011) e per gli anni futuri fino all‘età pensionabile, con un’addizionale del 10% in via equitativa per i possibili mancati contratti. “La necessità dell’assunzione per pubblico concorso – ha stabilito il giudice, secondo quanto riferisce l’Anief – non può giustificare deroghe alle disposizioni che limitano il potere di abuso del datore di lavoro nello stipulare contratti a termine, né autorizzare comportamenti contra legem della pubblica amministrazione”.
Il docente precario di educazione fisica e sostegno aveva ottenuto dal 2005 diversi contratti da supplente su posti vacanti e disponibili, ma insegnava già dal 2001. Per il presidente dell’Anief e delegato Confedir alla scuola e alle alte professionalità, Marcello Pacifico, si tratta di “una giusta condanna che risarcisce in maniera adeguata i precari danneggiati dai comportamenti illegittimi del Miur”. In questo senso, prosegue, la sentenza del giudice del lavoro di Trapani “può fare scuola dopo la recente pronuncia della Cassazione che paventava un possibile grave danno erariale alle casse dello Stato fissando dei nuovi criteri risarcitori. In ogni caso, è confermata la dottrina secondo cui non vi possono essere trattamenti economici diversi tra lavoratori precari e di ruolo mentre il contratto al 31 agosto deve essere sempre riconosciuto se il posto è vacante e disponibile”.
Sono almeno due precedenti di riconoscimento di un risarcimento per docenti precari. Nel luglio del 2011 il tribunale di Trani aveva accolto il ricorso presentato da una docente, precaria da oltre 7 anni che chiedeva la conversione del rapporto di lavoro da tempo determinato a indeterminato, oltre ad un risarcimento a compensazione dei disagi e dei danni subiti a causa della precarietà prolungata nel tempo. Il giudice aveva ordinato al Miur di riammettere immediatamente in servizio l’insegnante e risarcirle il danno. Nel giugno del 2009 il giudice del lavoro di Viterbo aveva condannato il ministero della Pubblica Istruzione a pagare da 4 a 6 mensilità ai 63 tra docenti e personale Ata precari, in servizio nelle scuole viterbesi di ogni ordine e grado, ai quali, dal 2007, a seguito dei tagli degli organici, non era stato rinnovato il contratto.