Tra il 16 e il 17 sulle strade italiane sono morte 12 persone. La notizia è riporta in apertura sul sito dell’Asaps, il portale sulla sicurezza stradale.
E proprio l’Asaps la settimana scorsa aveva lanciato un appello ai politici, evidenziando, da un’analisi condotta dall’associazione, che “la campagna elettorale infiamma e i candidati si confrontano sui programmi. Parlano di tanti argomenti ma non abbiamo sentito ad oggi affrontare da nessuno un tema a noi caro: quello della sicurezza stradale, né abbiamo letto proposte specifiche nei programmi dei partiti”.
Ogni giorno sulle nostre strade muoiono 11 persone e 800 sono i feriti come riporta il rapporto Istat/Aci relativo al 2011. I giovani tra i 20 e i 24 anni sono le principali vittime degli scontri mortali.
Basterebbero questi due dati per portare la sicurezza stradale tra i punti principali di una qualsiasi agenda politica. Eppure, da noi in Italia, l’attenzione non è ancora abbastanza alta e costante, nonostante alcuni provvedimenti. Le vittime sono diminuite – segno che non sono morti ineludibili – ma 11 morti al giorno sono 11 morti al giorno.
Che molto possa essere ancora fatto lo dimostrano allora le sollecitazioni e proposte che arrivano proprio da chi a questi temi guarda ogni giorno: l’Associazione amici e sostenitori della polizia stradale, l’Associazione italiana familiari e vittime della strada e l’Aci.
Riporto qui i link alle proposte dell’Asasp, dell’Aifvs e dell’Aci.
Come si esprimeranno il nuovo governo e il prossimo parlamento?
Con quali parole, campagne e messaggi si comunicherà che la strage stradale è una tragedia quotidiana inaccettabile per un paese civile?
Conosceremo nel 2013 l’introduzione del reato di omicidio stradale?