Dal 28 febbraio Joseph Ratzinger si ritirerà "nascosto dal mondo, ma vicino alla Chiesa" come ha annunciato. Quattro maxi schermi consentiranno di seguire la celebrazione anche dai lati estremi della piazza, dai quali non si vede la finestra delle studio privato alla Terza Loggia del Palazzo Apostolico
Oggi Papa Bendetto XVI ha celebrato l’ultimo Angelus. Le dimissioni di Joseph Ratzinger sono state annunciate l’11 febbraio e dal 28 lascerà il soglio pontificio. Da quel giorno si ritirerà in preghiera e “nascosto dal mondo, ma vicino alla Chiesa” come ha annunciato. Piazza San Pietro era gremita di fedeli; padre Lombardi, capo della sala stampa vaticana, ha annunciato la presenza di oltre 100mila persone. Quattro maxi schermi hanno consentito di seguire il Papa anche dai lati estremi della piazza, dai quali non si vede la finestra delle studio privato alla Terza Loggia del Palazzo Apostolico: due sono stati collocati ai lati del Sagrato e due all’inizio dei due lati del Colonnato.
Tra i fedeli c’erano anche tantissimi anche gli stranieri. L’atmosfera è apparsa rilassata ed emozionante: c’è ha chi sventolato bandiere, chi mostrato striscioni e chi a gruppetti ha fatto ricordo con sfondo la Basilica di San Pietro. Tra ”Cielito Lindo” cantato dai messicani, con tanto di fisarmonica e costumi tipici dello Yucatan, al Rosario recitato dai militanti dell’Azione Cattolica. E’ una piazza variegata quella che ha atteso le parole del Papa. C’erano gli striscioni di Comunione e Liberazione, dell’Azione Cattolica Italiana, della Comunità di neocatecumenali, e poi tante bandiere da quelle polacchi a quelle brasiliane, da quelle messicane a quelle italiane e di tanti paesi sudamericani. In 125 del Collegio messicano del Casaletto, sacerdoti e studenti hanno cantato accompagnati da una fisarmonica i canti tradizionali del loro paese. In quattro sono vestiti con abiti tradizionali dello Yucatan, tra i quali le suore della Congregazione delle Figlie Minime della Maria Immacolata, mentre un sacerdote indossa un sombrero. “Benedetto XVI – spiega una di loro – è un grande Papa, un grosso intellettuale, ha fatto fare un passo avanti alla chiesa, mostrando umiltà e responsabilità. E’ un esempio per tutti, politici e vescovi e dovrebbero avere la stessa responsabilità ed umiltà”.
Una macchia di colore arancione è invece rappresentata dai trenta soccorritori dell’Ordine di Malta in divisa “d’alta visibilità”. “Siamo qui – spiega Narciso Salvo di Pietraganzili, presidente della Fondazione Cisom, Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta – perché vogliamo testimoniare quello che ha fatto Benedetto XVI per il mondo del volontariato. Siamo anche qui perché speriamo che il suo successore possa seguirne le orme ed incidere sulla vita della chiesa”.
Intanto venti rosari benedetti dal Papa sono stati portati ieri sera da un cerimoniere di Benedetto XVI ai Papaboys che dal giorno dell’annuncio delle sue dimissioni pregano, ininterrottamente, 24 ore su 24, nella chiesa di Santa Maria delle Grazie alle Fornaci. “Il collaboratore del papa – spiegano il presidente nazionale dei Papaboys Daniele Venturi e la portavoce Loredana Corrao – ieri sera ci ha consegnato i rosari benedetti dal Santo Padre spiegando che il Papa ci ringrazia ed è vicino a noi. E’ stato un momento molto commovente. Un segno tangibile di una comunione che lui ha chiesto, che c’è e continuerà anche quando non sarà Papa perché per noi Benedetto XVI rimarrà papa per tutta la vita … per far conoscere al mondo la chiesa del silenzio al contrario di quella dei corvi e degli scandali”. Martedì alle 15 porteranno sotto la statua di San Pietro, davanti alla basilica, la croce dei giovani regalata da Papa Giovanni Paolo II nel 1985.“Faremo – annunciano – una grande preghiera in latino”.