L'aspirante governatore della Lombardia viene "corretto" da Salvatore Lombardo, presidente della società pedemontana lombarda: "Quest’opera non è finalizzata all’Expo, io ritengo plausibilmente che una buona parte dell’opera sarà pronta per il 2015, ma non sarà esaurita nel 2015”
Roberto Maroni, intervistato da Barbara Palombelli nella trasmissione 28 minuti di Radio 2, assicura: “Pedemontana, Brebemi e tangenziale esterna verranno completate prima dell’inizio di Expo 2015”. Un impegno preciso per risolvere i problemi viabilistici della Lombardia. Le promesse del candidato sono le stesse del governatore uscente Roberto Formigoni e dell’ex assessore regionale alle infrastrutture Raffaele Cattaneo.
A sconfessare i sogni di Formigoni e le promesse di Maroni però ci ha pensato Salvatore Lombardo, presidente della società pedemontana lombarda che si è smarcato, puntualizzando che “la nostra convenzione non prevede per l’Expo. La nostra convenzione scavalla l’Expo”. E poi continua: “Quest’opera non è finalizzata all’Expo, io ritengo plausibilmente che una buona parte dell’opera sarà pronta per il 2015, ma non sarà esaurita nel 2015”. Lombardo poi ha spiegato anche che: “le cose sono mutevoli, la situazione finanziaria di oggi non è quella di due o tre anni fa” e che oggi i finanziamenti “vengono erogati con molta cautela” e spiega che “in base alle risorse uno procede con i lavori”. Insomma, i soldi arrivano a singhiozzo, così una delle opere più strategiche in chiave Expo non sarà completata in tempo. Probabilmente le uniche tratte che saranno percorribili entro l’inizio dell’esposizione mondiale saranno le tangenziali di Como e Varese e la tratta A, quella che collega l’A8 con l’A9.
I problemi finanziari di Pedemontana non si esauriscono con le questioni tempistiche, all’orizzonte si intravedono anche problemi per le opere di compensazione ambientale. Da Lozza, dove ha sede il campo base del cantiere per la realizzazione della tangenziale di Varese (opera connessa a Pedemontana) è partita nelle scorse ore la protesta del sindaco Adriana Fabbian. “Il nostro comune sta pagando a caro prezzo la presenza del cantiere – spiega il sindaco -, non parlo solo della polvere, dei rumori e del traffico. Ci sono stati anche eventi imprevisti: una grossa esplosione lo scorso 25 ottobre che ha causato danni nelle case di molti miei concittadini e un incidente in galleria a gennaio, che è costato la vita ad un operaio”.
Il cantiere è ingombrante e tra gallerie e movimentazioni di terra ha cambiato per sempre la faccia di un angolo prezioso del territorio, dove insisteva anche un parco. Proprio per bilanciare questi sacrifici è previsto un meccanismo compensativo. Lavori per un milione e mezzo di euro che dovranno (o avrebbero dovuto) lenire l’impatto ambientale della grande opera viabilistica: “Nel 2011 abbiamo formulato le proposte, ci hanno bocciato la richiesta di eseguire lavori alla scuola del paese, mentre è stata promossa una rete di piste ciclabili. Nel giugno 2012 è arrivato il progetto preliminare proposto da Pedemontana e nei giorni scorsi, dopo un’azione di pressing durata mesi, abbiamo ricevuto la bozza di convenzione con la quale dovrebbe essere regolato proprio questo processo”. Secondo il primo cittadino del piccolo comune di Lozza (che conta poco più di mille abitanti), quello proposto da Pedemontana “È un contratto capestro”. Poi spiega: “Praticamente ci dicono di provvedere alla progettazione e alla realizzazione delle opere per un milione e mezzo di euro, rimandando a un futuro indefinito il rimborso di quanto speso. È chiaro che i comuni non hanno la forza di fare niente, come posso trovare nel mio bilancio anche solo le risorse che servono per la progettazione di queste opere? È impossibile, non abbiamo nemmeno 5 lire di autonomia”. Secondo Adriana Fabbian i patti all’inizio erano diversi: “Alla firma della convenzione avrebbero dovuto darci il 10%, una cifra sufficiente a coprire almeno le spese di progettazione, ma con la clausola sospensiva che hanno inserito nel contratto in pratica ci stanno dicendo che oggi i soldi non ci sono”.
Il presidente di Pedemontana Salvatore Lombardo replica con fermezza: “Non abbiamo mai promesso nessun anticipo, il Cipe ci dice che dobbiamo rimborsare e così intendiamo comportarci, ci sono di mezzo dei soldi pubblici e non si possono aggirare le procedure. Non appena saranno sbloccati i fondi procederemo con i rimborsi pagando a stato di avanzamento lavori”. Altri grattacapi arrivano dalla tratta B2, quella che comprende i cinque comuni brianzoli di Lentate sul Seveso, Barlassina, Seveso, Meda e Cesano Maderno. Ieri i cinque sindaci hanno firmato un documento congiunto, che punta proprio il dito sui ritardi e sulla mancanza di fondi per la realizzazione dell’opera: “per il suo completamento le risorse non ci sono e il progetto esecutivo delle tratte brianzole e bergamasche ha un ritardo drammatico e inspiegabile – hanno scritto in un documento congiunto -. Tutto ciò rende impossibile concludere l’opera in tempo per ExpoMilano2015. Con una serie di conseguenze disastrose su viabilità, ambiente ed economia”.
I sindaci della tratta B2 hanno chiesto alla Regione Lombardia di farsi garante della prosecuzione e del completamento dei lavori, del mantenimento del contributo pubblico a servizio dell’intera opera e di tutto il territorio interessato. Proprio come il sindaco di Lozza anche i sindaci brianzoli chiedono a Pedemontana Spa il versamento dei 60 milioni di euro di compensazione previsti dal Cipe, in modo che i Comuni e la Provincia di Monza e Brianza possano realizzare subito opere di viabilità minore e opere ambientali che aiutino a sopportare l’impatto dei cantieri e della futura autostrada.