Non mi è mai piaciuto Blade Runner. Adesso che gli hanno pure concesso la libertà su cauzione mi fa orrore. E come se avesse ammazzato Reeva due volte.
C’è una schizofrenia da personaggio pubblico che gli ha fatto perdere la sua dimensione. Noi diventiamo qualcuno davanti agli altri se veramente lo siamo. Lui era solo un bluff. Anche se molto ben costruito. Il mostro dentro di lui correva più veloce.
Pistorius è voluto andare al di là di certi limiti che sono imposti all’uomo dalla natura. Capisco e ammiro chi è nato svantaggiato e vuole recuperare uno spazio vitale che gli è precluso, ma nel caso di Pistorius lui ha voluto strafare. E’ il suo delirio di onnipotenza che ha sempre generato in me un rifiuto nei suoi riguardi.
Il delirio paranoide spesso si accompagna al desiderio- oserei dire diabolico – di voler stravolgere l’ordine naturale delle cose. Non sa di straordinario, ma solo di qualcuno che non si ferma davanti a nulla. Pistorius sembra qualcuno che voglia manipolare violentemente le cose, la realtà, financo le prove schiaccianti della sua colpevolezza.
Ho trovato il Vangelo di domenica scorsa illuminante a tal proposito. Quando Satana tenta Gesù nel deserto, gli propone di trasformare la pietra in pane. Facile poiché Gesù aveva fame, essendo stato quaranta giorni digiuno a pregare. Ma Gesù rifiuta. Non c’è in gioco la tentazione della gola ma l’ordine naturale delle cose. La pietra è pietra e tale deve restare: non può diventare pane. In fondo Satana tenta Gesù proprio su questo punto: “Tu che sei il Figlio di Dio, dimostralo”. Mostra al mondo che puoi tutto.
E anche Pistorius ha voluto mostrare alla platea mondiale che lui poteva tutto: anche sfidare alle Olimpiadi i normodotati. Lui senza gambe correva contro quelli che le gambe le hanno.
Ma non gli bastava. Voleva conquistare anche le donne più belle. Per ricavarne notorietà e vantaggi per la sua carriera di atleta. E per accarezzare un ego -quello sì- monco. Non conosco il movente del suo gesto, ma se è la gelosia, come si suppone, forse avrà capito che al delirio di onnipotenza deve corrispondere il controllo dei propri istinti. E a chi si vende come un supereroe, l’autogestione delle proprie pulsioni è richiesta in modo intransigente. Troppo assolutorio scrivere “è una vittima dello star system”. Per me Pistorius, oggi, è un assassino in libertà che ha ucciso una donna indifesa. E come ultimo gesto d’amore a chi gli offriva la libertà, in mezzo a un ovazione da stadio di parenti e amici, l’atleta poteva lavarsi la coscienza (ma solo in parte) con un: “No grazie, rimango in galera”. Avrebbe recuperato le sue gambe. Quelle morali.
Intanto la rabbia delle donne di tutto il mondo si fa sentire nelle parole dure come cristallo di Cecile Greboval, segretario generale della European Women’s Lobby: «È un clamoroso esempio di impunità nei casi di violenza e omicidio contro le donne».