Nessun ripensamento, nessun esame di coscienza: al Conclave ci sarà anche il cardinale Roger Mahony. Lo ha annunciato lui stesso, scegliendo Twitter per farlo sapere a tutto il mondo. “Poche, brevi ore prima della mia partenza per Roma” ha cinguettato il 77enne ex arcivescovo di Los Angeles, colpito dall’accusa terribile di aver coperto almeno 129 casi di abusi su minori commessi nella sua diocesi negli anni Ottanta.
Eppure, subito prima di imbarcarsi sull’aereo che lo porterà in Vaticano, Mahony è rimasto per oltre tre ore e mezza davanti ai magistrati che cercano di fare luce su quanto accaduto. Ha deposto sotto giuramento. “E’ rimasto calmo e in pieno controllo della situazione”, ha detto alla stampa americana Anthony De Marco, legale di un uomo che ha fatto causa all’arcidiocesi di Los Angeles per gli abusi che afferma di aver subito da un prete messicano, Nicholas Aguilar Rivera, nel 1987.
Mahony aveva testimoniato altre volte in passato, ma l’interrogatorio di sabato è stato il primo dopo che la pubblicazione, da parte della stessa arcidiocesi, di migliaia di files personali relativi a 122 sacerdoti accusati di molestie sessuali. Documenti, scrive il Los Angeles Times, che mostrerebbero come il cardinale abbia coperto i responsabili degli abusi, spesso incoraggiandoli a rimanere fuori dai confini della California o degli Stati Uniti.
Mahony invece salirà sull’aereo, dopo aver promesso altri Tweet da Roma (“non durante il Conclave”), mentre a Los Angeles migliaia di persone continuano a protestare. Ieri un gruppo di fedeli di Catholic United si sono recati alla parrocchia di St. Charles Borromeo a North Hollywood, la residenza di Mahony da quando si è dimesso da arcivescovo di Los Angeles, per consegnare all’alto prelato oltre novemila firme di cattolici contrari al voto del cardinale per eleggere il nuovo Papa.